Elezioni Olanda: un paese ingovernabile

Pubblicato il 20 Marzo 2015 alle 15:18 Autore: Guglielmo Sano

Elezioni Olanda: dopo le provinciali, serie difficoltà per il governo liberal-laburista che non ha più la maggioranza al Senato.

Coalizione a picco

Le aspettative della vigilia sono state confermate: la coalizione di governo perde terreno mentre avanza l’opposizione. Appeso a un filo l’avvenire della legislatura che potrebbe terminare ben prima della scadenza naturale nel 2017. Il voto delle provinciali, oltre a riguardare le assemblee provinciali, cambia la composizione del senato olandese che comunque verrà rinnovato con le elezioni indirette dei rappresentanti regionali il 26 maggio.

Finora la coalizione di governo formata da liberali (VVD) e laburisti (PVdA) poteva contare su 30 senatori su 75, raggiungeva la maggioranza grazie all’appoggio esterno di liberal-democratici (D66), partito protestante (SGP) e Cristiani Uniti (CU). Dopo le elezioni di ieri i seggi della coalizione scendono a 21, neanche contando sull’appoggio dei 3 partiti di centro il governo raggiunge la maggioranza al Senato.

elezioni olanda DijsselbloemElettorato in fuga

Il VVD resta primo partito del paese ma scende da 16 a 13 senatori, a riscontrare il risultato peggiore è sicuramente il partito laburista, azionista di minoranza del governo, che scende sotto il 10% e quasi dimezza i propri senatori da 14 a 8. Diederik Samson, leader del partito e capogruppo alla Camera, ha dichiarato che non si dimetterà perché la sconfitta era annunciata.

I laburisti, al momento, vivono una pesante contraddizione: da una parte il partito esprime due delle figure più importanti delle istituzioni europee Frans Timermans, braccio destro di Juncker alla Commissione Europea, e Jeroen Dijsselbloem, capo dell’Eurogruppo, dall’altra i sondaggi lo danno in forte calo da mesi nonostante al PVdA appartenga il politico più “popolare” d’Olanda, il sindaco musulmano di Rotterdam Ahmed Aboutaleb.

Il vice premier laburista Lodewijk Asscher ha chiesto ai socialisti, partito di estrema sinistra con 9 senatori, di formare un fronte comune; tuttavia, l’ipotesi non sembra essere appoggiata dal premier liberale Mark Rutte che preferirebbe ottenere l’appoggio dei cristiano democratici, diventati secondo partito del paese con 12 seggi, oppure dei liberal-democratici del D66 che salgono a quota 10 seggi, due in più dei laburisti.

Tuttavia, sommando i seggi di liberali, laburisti, D66, CU, SGP si raggiunge solo quota 36, dunque, sarebbe comunque necessario allargare la maggioranza o il perimetro dell’opposizione “responsabile”.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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