Regionali Liguria, Serracchiani contro Civati e Pastorino: “Hanno l’obiettivo di creare instabilità”

Pubblicato il 19 Maggio 2015 alle 10:48 Autore: Giuseppe Spadaro
sul palco renzi con microfono in mano e affianco serracchiani con giacca rossa

Regionali Liguria, una parte del futuro e del destino della sinistra italiana si decide il 31 maggio col voto ligure. La candidatura di Luca Pastorino rompe  lo schema classico della coalizione di centrosinistra contrapponendo, per guida di una regione, una proposta di centrosinistra ad una proposta più radicale. A campagna elettorale in corso si è aggiunto l’elemento dell’uscita di Pippo Civati, parlamentare ed esponente di minoranza, dal Pd dopo quella avvenuta mesi prima di Sergio Cofferati proprio all’indomani delle primarie vinte da Raffaella Paita per la scelta del candidato alla presidenza.

Pastorino rischia di sottrarre molti voti al Pd sino a compromettere la vittoria della stessa Paita a vantaggio del candidato del centrodestra Giovanni Toti. Nel dibattito e sul voto in Liguria ecco l’intervento di Debora Serracchiani, vicesegretario nazionale del partito guidato da Renzi. “Il Pd resta saldamente un partito di centrosinistra. Lo dimostrano le politiche sul costo del lavoro, sul welfare e altro. La verità è che siamo l’unico partito a sinistra, mentre a destra assistiamo a una mancanza di tenuta delle forze più rappresentative”.

Regionali Liguria, Serracchiani “Intendiamo vincere e vincere bene”

Intervista dalla Stampa Serracchiani afferma: “È logico, in questo scenario attirare maggiori consensi. E questo né ci fa paura né lo guardiamo con supponenza come avveniva una volta. La vocazione maggioritaria del Pd è nelle cose”.

Alle elezioni regionali, assicura, “noi intendiamo vincere, e vincere bene. Le alleanze sono una questione che si pongono Civati e Luca Pastorino, perché hanno l’obiettivo di creare instabilità, dividendo la sinistra. È un atteggiamento corsaro della politica che non ci appartiene”.

in piedi civati parla con luca pastorino con le braccia conserte

Quanto al risultato, Serracchiani osserva: “Non diamo per perso nemmeno il Veneto. Ma neanche il 7 a 0 cambierebbe le sorti di questo Paese. Lo faranno le riforme. Riconosco la valenza nazionale di queste elezioni, però non le considero il punto zero della politica”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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