La lenta agonia della giunta Crocetta Serracchiani (PD): “Situazione insostenibile” Presidente avverte: “Non mi dimetto”

Pubblicato il 20 Luglio 2015 alle 10:51 Autore: Giuseppe Spadaro
rosario crocetta con gli occhiali in celluloide blu

Per Crocetta sembra avvicinarsi il ‘game over’ dopo lo scandalo che lo sta travolgendo. “Intercettazione o non intercettazione, dopo le parole di Manfredi Borsellino la situazione in Sicilia è insostenibile”. Non lascia granché scampo alla presidenza della Regione di Rosario Crocetta Debora Serracchiani che parla nelle vesti di vice segretaria nazionale del Pd.

“Quanto ha detto Manfredi, raccontando la solitudine e il calvario della sorella Lucia, le difficoltà, le ostilità e le offese subite solo per adempiere al suo dovere di assessore alla Sanità, quasi un corso e ricorso della vicenda del padre Paolo, mi hanno scosso”. Politicamente c’è il timore che il Pd andando al voto, perda la Sicilia, anzi la regali ai 5Stelle. Un sondaggio che circola al Nazareno parla dei dem ridotti al 17% e dei grillini che li doppierebbero. “D’altra parte si rischia di logorarsi. E un’agonia politica il Pd non può permettersela” sottolinea Serracchiani che torna poi sulla necessità di decidere sul governatore Rosario Crocetta in tempi rapidi: “Una agonia politica il Pd non può permettersela”.

Crocetta: “Non mi dimetto, la darei vinta ai poteri forti”

Il Governatore non sembra intenzionato a lasciare tanto da affermare: “Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi, la darei vinta ai poteri forti”. Dopo aver vissuto male le prime ore all’indomani dello scandalo che ha come casus belli la telefonata tra il Presidente ed il suo medico Tutino sino al punto di dire che “a caldo ho pensato a come suicidarmi” spiega “ora dopo avere riflettuto sto molto meglio e sono pronto a combattere”.

 

Pd, incontro Area Riformista a Palermo

Oggi a Palermo incontro di Area Riformista alla presenza di Roberto Speranza, del parlamentare regionale Pd Mariella Maggio, dei deputati Nico Stumpo, Davide Zoggia e Pino Apprendi. Si parlerà anche del caos del Pd siciliano dopo le bufera che ha investito il Governatore Rosario Crocetta sulle intercettazioni con il chirurgo Matteo Tutino.

serracchiani e dietro di lui la foto di renzi

Manfredi: “Lucia non poteva parlare”

“Lucia non poteva parlare e ci ho pensato io. Nulla di concordato. Lei, in vacanza con nostra sorella Fiammetta a Pantelleria, non si aspettava niente di tutto questo. Io non ci ho dormito la notte”. In un colloquio con il Corriere della Sera, Manfredi Borsellino racconta così la sua decisione di prendere la parola durante la cerimonia di commemorazione della strage di via D’Amelio e difendere la sorella Lucia. “Sapevo che il presidente Mattarella alle 3 sarebbe andato al Palazzo di giustizia. A mezzogiorno ho buttato giù qualche riga. Alle 2 mi sono presentato in tribunale, dal presidente della Corte di appello, Gioacchino Natoli. Ho chiesto un contatto col cerimoniale. Un breve incontro con il capo dello Stato. E poi ho parlato nell’aula magna”.

“Nell’aula magna del palazzo di giustizia – riflette Manfredi Borsellino – mi sembrava di rivivere lo stesso sconforto di Rosaria Schifani ai funerali di 23 anni fa. Fortunatamente è stato un attimo, solo un attimo, poi è prevalso l’ottimismo che ci hanno lasciato i nostri cari caduti a Capaci e in via D’Amelio”.

Le parole del governatore Crocetta, che ha affermato di avere sempre sostenuto Lucia e di aver vissuto il suo stesso calvario? “Io per il lavoro che faccio come commissario della polizia di Stato non entro nel merito del contraddittorio con uomini politici. Non posso essere trascinato in dibattiti politici. È roba che non interessa me, la mia famiglia, la stessa Lucia che in questi anni non ha fatto politica. Lei è stata assessore tecnico”

Lo striscione “Spazziamo via la mafia dall’antimafia”

Centinaia di persone hanno partecipato ieri sera alla fiaccolata organizzata in ricordo di Paolo Borsellino a Palermo, tra cui la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il Presidente dell’Antimafia all’Ars Nello Musumeci. A aprire il corteo, partito da piazza Vittorio Veneto, lo striscione ‘Spazziamo via la mafia dall’antimafia’.

Su un altro striscione: “Meglio un giorno da Paolo Borsellino che cento da Tutino”, riferendosi al chirurgo plastico Matteo Tutino, al centro dello scandalo delle intercettazioni con il Governatore siciliano Rosario Crocetta.

 

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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