Cancellazione del debito: perchè non si può paragonare la Grecia del 2015 con la Germania del 1953

Pubblicato il 3 Settembre 2015 alle 08:00 Autore: Gianni Balduzzi
cancellazione del debito , striscione contro la Germania

E’ stato certamente uno degli argomenti che molti difensori di Tsipras e in generale delle posizioni greche hanno usato in questi mesi e anni per accusare di miopia ed eccessiva rigidità, se non di crudeltà, i creditori della Grecia, soprattutto ovviamente la Germania di Angela Merkel: la cancellazione del debito tedesco nel 1953.

Un sentimento che ha provocato vignette come questa:

cancellazione del debito, vignetta con un nazista e un tedesco moderno che derubano un greco

Cancellazione del debito tedesco del 1953: un taglio del 50%

Ammontava a 23 miliardi di dollari di allora il debito accumulato dalla Germania, ovvero il 100% del PIL, dovuto a 23 Paesi: Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia.

Anche la Grecia come si vede, tra l’altro spogliata e prostrata dalla Germania durante gli anni dell’occupazione militare (dl 1941 al 1944).

Da dove provenivano questi debiti? Una parte riguardava risorse prestate nel Dopoguerra, tra cui il famoso piano Marshall, e che erano debiti verso altri governi, con implicazioni quindi abbastanza semplici, senza considerazioni su tassi d’interesse e valutazioni monetarie.

Un’altra erano debiti contratti nel periodo precedente alla guerra, prima anche della dittatura nazista, debiti commerciali di imprese private, o titoli emessi dallo Stato e anche delle regioni tedesche, e acquistati da privati, ma anche derivanti dal piano Dawes, ovvero prestiti americani concessi per aiutare la Germania a pagare gli interessi delle riparazioni di Versailles, quindi di fatto ancora legati alle pesantissime riparazioni di guerra seguite al primo conflitto mondiale

Questi debiti ponevano problemi più complessi, non solo per la natura dei creditori, ma anche perchè erano spesso in valute ormai svalutate dopo la guerra, o in oro, mentre d’altro lato gli interessi non pagati assommavano a cifre che superavano il debito stesso.

L’azione dei creditori consistette prima di tutto in una cancellazione di gran parte del debito postbellico, la cui grandissima parte era costituita dal piano Marshall, che aveva avuto, grazie all’indubbio potere di persuasione dell’occupante americano, un diritto di prelazione sugli altri crediti.

Inoltre i creditori rinunciarono a parte degli interessi non pagati sui prestiti più vecchi e ridussero i tassi di interesse futuri. Si agì anche sulle clausole oro, ovvero quelle che richiedevano che il rimborso in valuta fosse pari al valore in oro della moneta al tempo dell’emissione. I creditori sostituirono queste clausole con una clausola dollaro USA:  se il prestito originario aveva una clausola oro, dal 1953 il rimborso sarebbe stato espresso in dollari al cambio corrente della valuta piuttosto che in oro. Questa decisione ridusse molto il debito prebellico, dal momento che gli Stati Uniti avevano svalutato il dollaro rispetto all’oro nel 1933.

Chiaramente questa azione fu mirata a un recupero economico della Germania Ovest, ritenuto di basilare importanza nel nuovo clima economico della Guerra Fredda, in cui tutte le risorse dovevano servire a contrastare il pericolo comunista.

La Germania a causa dei debiti ancora non pagati non poteva commerciare se non attraverso uno scambio di merci e parte degli accordi del Piano Marshall era la creazione dell’Unione Europea dei Pagamenti per il commercio multilaterale in Europa e per avere quindi una camera di compensazione per i deficit e gli avanzi commerciali, come del resto esiste ora in seno alla BCE con il sistema TARGET2 

Vediamo di seguito come l’economia tedesca era crollata durante la Seconda Guerra Mondiale e il miracolo economico successivo nel Dopoguerra

cancellazione del debito, curva del PIL tedesco prima e dopo la guerra

Cancellazione del debito, le differenze tra Germania e Grecia

Vi sono quindi evidenti le differenze tra i due casi della Germania e della Grecia, il perchè una cancellazione del debito nel caso della Grecia possa essere meno ovvia, anche se economicamente auspicabile:

– Una prima ragione, banale forse, e anche un po’ populista, ma con un fondo consistente di verità, consiste in questa foto:

cancellazione del debito, foto in bianco e nero di una città in rovina

Si tratta di Francoforte nel 1953, 8 anni dopo la fine della guerra. E’ evidente la distruzione materiale, che non è paragonabile con la situazione greca, pur di crisi economica. In molte città tedesche non esiste un centro storico degno di questo nome, ma solo ricostruzioni, e oltre ad aver perso oltre 6 milioni di persone, era stata divisa in due, sopportando la fuga di 10 milioni di tedeschi dai territori controllati dall’URSS nella Germania Est, oltre che di 3 milioni di rifugiati dai territori poi annessi ad altri Paesi.

E come abbiamo visto una metà dei debiti tedeschi, anche se in gran parte non riconducibili a riparazioni di guerra, risaliva a prima della Seconda Guerra Mondiale

– Il piano Marshall concesse alla Germania aiuti che ammontavano al 4% del PIL tedesco di allora, mentre i 320 miliardi prestati alla Grecia dall’eurozona sono già corrispondenti a circa il 200% del PIL greco, anche se in parte destinati al pagamento degli interessi del debito stesso.

– Il punto più importante riguarda il tema della fiducia, l’impegno ad evitare quindi quello che gli economisti chiamano “moral hazard”, ovvero l’atteggiamento opportunistico ad approfittare dell’aiuto fornito per ripetere gli stessi errori che hanno provocato l’indispensabilità quell’aiuto, rendendolo quindi vano. E diventando da esempio per altri Paesi perchè si comportino nello stesso modo non virtuoso.

Vuol dire che se la Germania del 1953 era un Paese la cui classe politica era completamente rinnovata dal periodo nazista e stava dimostrando con i fatti di essere allineata ai desiderata dei Paesi creditori, ovvero di non volere più ritrovarsi nella situazione di provocare una guerra e la distruzione fisica ed economica dell’Europa e del proprio Paese, il governo Tsipras, al contrario, almeno fino a luglio 2015, rifiutava di mettere in pratica politiche che i creditori richiedevano per non ritrovarsi in una nuova crisi di debito, e anzi riproponeva alcune misure di spesa pubblica che erano tra le cause della situazione economica in cui si trovava.

Da più parti infatti, e in primis dal FMI, si rimarca la necessità di un taglio del debito greco, e anche la Germania pare timidamente convincersene, ma con l’assicurazione che non possa essere un azzardo morale, ovvero che come nel 1953 questa concessione porti a un comportamento completamente diverso dello Stato greco nella gestione economica e finanziaria del Paese.

 

 

 

 

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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