Guerra ISIS: il Regno Unito inaugura i bombardamenti in Siria

Pubblicato il 3 Dicembre 2015 alle 13:34 Autore: Silvia Barbieri
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Guerra ISIS: anche Cameron inizia a bombardare la Siria

Il Parlamento inglese ha dato il via ai bombardamenti in Siria contro l’ISIS, entrando a far parte degli Stati in prima linea contro il sedicente Stato Islamico anche sul piano militare. Le prime bombe sono state sganciate da quattro tornado della RAF, l’aeronautica militare britannica, partiti la scorsa notte dalla base di Akrotiri, Cipro.
Obiettivi di questo primo raid sono stati i giacimenti petroliferi nella zona di Omar, nell’est della Siria, controllata dalle forze del Califfato nero. Per l’attacco, sono state utilizzate bombe a guida laser Paveway che garantiscono un’alta precisione. Questo fa supporre che gli obiettivi del raid fossero punti statici ben individuati. Secondo fonti della BBC, dal rullaggio dei Tornado al ritorno alla base si poteva dedurre che le bombe fossero state sganciate.

Guerra ISIS: le dichiarazioni del ministro della Difesa Fallon

Il ministro alla Difesa britannico, Michael Fallon ha infatti dichiarato che l’azione ha avuto successo, sottolineando come l’obiettivo di questa prima azione aerea consisteva nel “dare un significativo colpo al petrolio come strumento di finanziamento da cui dipende il Daesh (corrispettivo in arabo dell’acronimo ISIL, ovvero Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, n.d.r)”.  Il ministro ha rassicurato sul fatto che la scelta dei target sia stata fatta in maniera “molto rigorosa”. Ha inoltre voluto chiarire come anche le regole di ingaggio sia state ben definite e circoscritte.

Riguardo i tempi e l’entità dell’impegno bellico, Fallon non ha dato indicazioni precise ma ha affermato che l’azione non sarà di brevissimo periodo. Il ministro ha comunque escluso l’invio di truppe di terra. Questo anche perché il primo ministro iracheno ha esplicitato molto chiaramente di non concordare con il possibile invio di soldati occidentali sul campo per combattere il Califfato. Ciononostante, Fallon ha ribadito che le azioni aeree potrebbero raggiungere livelli significativi soprattutto se finalizzati a tagliare le gambe delle fonti di finanziamento dell’ISIS, in particolare quelle legate al controllo dell’oro nero.

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Guerra ISIS: governo UK soddisfatto, l’opposizione laburista si spacca

Grande soddisfazione del Premier britannico Cameron per la decisione assunta dal Parlamento di dare il via agli attacchi aerei. Secondo il leader conservatore il Parlamento avrebbe preso la “giusta decisione per la salvaguardia del Paese”. Dello stesso tenore il commento del ministro per gli Affari Esteri, Philip Hammond, per il quale la Gran Bretagna è oggi “più sicura grazie al voto del Parlamento” anche se ha ammesso che “da soli, gli attacchi aerei non potranno aiutare la Siria, non ci metteranno al sicuro da Daesh”.

Proprio su questo ultimo assunto fa leva il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbin, convinto che la via militare non permetterà di rimettere ordine in una situazione così complessa come quella siriana. La linea ufficiale dell’opposizione ritiene dunque che l’intervento sia un errore, ma è stata registrata una vera e propria cesura tra le file laburiste. Ben 66 parlamentari del Labour Party, tra i quali 11 membri del governo ombra,  hanno votato a favore dell’avvio dei raid aerei, assicurando a Cameron una maggioranza ben più ampia di quella su cui può normalmente contare all’interno del consesso. I laburisti favorevoli rappresentano infatti complessivamente il 29% della rappresentanza Labour in Parlamento.

Tra i dissidenti nelle file laburiste spicca il ministro ombra agli Affari Esteri, Hilary Benn, applaudito dai conservatori in aula per aver sottolineato l’urgenza di affrontare il “male” rappresentato dallo Stato Islamico che “disprezza le nostre democrazie”. Benn ha definito i militanti del Califfato nero come “fascisti” che sfidano la comunità internazionale e ha affermato: “ciò che noi sappiamo riguardo i fascisti è che essi devono essere sconfitti”.

Anche l’opinione pubblica britannica è divisa riguardo l’opportunità dell’impegno militare. Mentre il dibattito parlamentare era in corso, si sono svolti sit in di protesta fuori dal Parlamento, con vari momenti di tensione ed almeno un arresto.

Guerra ISIS: le reazioni del governo e dell’opinione pubblica siriana

In Siria il supporto del Regno Unito alla lotta interna contro il Califfato è stato accolto con freddezza e scetticismo. I principali quotidiani di Damasco di stamattina hanno sottolineato come l’impegno occidentale nell’area sia da sempre visto in maniera critica dal governo siriano. L’agenzia di stampa di Stato è stata infatti molto dura dichiarando che: “La Gran Bretagna non ha chiesto il permesso al governo siriano” ed ha accusato Cameron di raccontare menzogne.

Il governo di Damasco ha invitato il Regno Unito a seguire l’esempio della Russia che ha scelto di coordinare tutta la sua compagna con le forze governative di Damasco. Questo anche perché, secondo loro, in caso contrario i raid britannici rischieranno di risultare fallimentari.

Il nodo chiave continua tuttavia a rimanere le visioni molto contrastanti tra Occidente e Russia riguardo il futuro ruolo del Presidente Assad. Secondo la stampa britannica, infatti, proprio questa è la principale causa dell’impossibilità attuale di costruire un comando militare coordinato nella guerra contro il nemico comune, cioè l’ISIS.

Peraltro, anche gli attivisti siriani antigovernativi rimangono diffidenti rispetto alle forze occidentali poiché queste continuano a non garantire loro un supporto militare esplicito per spodestare Assad dalla guida del Paese.

Tuttavia, la gran parte dell’opinione pubblica siriana vorrebbe ormai solo che la guerra finisse e sono dunque spinti a riporre comunque fiducia nella promessa inglese di combattere per ristabilire finalmente la pace, nonostante questa appaia ancora piuttosto lontana dal venire.

L'autore: Silvia Barbieri

Esperta in affari regolatori, pubblici e di governo, comunicazione e relazioni istituzionali, dal 2007 lavoro nell’ ambito di istituzioni pubbliche, prima, ed associazioni di imprese, poi, seguendo le evoluzioni del contesto politico ed istituzionale per la pianificazione di azioni di posizionamento, di pressione e di comunicazione integrata. Laureata Magistrale in comunicazione politica, economica ed istituzionale presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma, ho successivamente conseguito un Master in Diritto Amministrativo e Scienza dell’Amministrazione.
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