Presepe Natale: la proposta provocatoria della Lega per i docenti che non vogliono festeggiare

Pubblicato il 19 Dicembre 2015 alle 13:50 Autore: Emanuele Vena
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Presepe Natale: la Lega presenta ddl su obiezione di coscienza

Docenti e presidi non vogliono fare il presepe e/o far cantare le canzoni di Natale a scuola? Allora vadano a lavoro anche durante le feste. La proposta provocatoria arriva dalla Lega Nord, che al Senato ha presentato un disegno di legge sul tema, con primo firmatario il proprio capogruppo a Palazzo madama, Gianmarco Centinaio.

Secondo Centinaio, il ‘No’ al Natale si deve tradurre coerentemente in un ‘No’ alle feste per tutti quei docenti e presidi che non riconoscono l’evento religioso. Una sorta di obiezione di coscienza per tutti coloro che non riconoscono le festività cattoliche.

Presepe Natale: l’obiezione di coscienza proposta dalla Lega

Per Centinaio il ddl va visto come un’opportunità – provocatoria ma non troppo – per i docenti che rifiutano presepe e canzoni di Natale di “andare al lavoro esercitando un loro legittimo diritto”. E aggiunge: “Se non riconoscono l’evento religioso allora andranno al lavoro. Del resto l’obiezione di coscienza è prevista per molte categorie, perché non aggiungere anche i docenti?”.

Come precisato dal capogruppo leghista, durante le festività tali docenti potranno fare corsi di aggiornamento e tenere corsi di recupero – “magari per gli studenti non cattolici”, spiega Centinaio – avendo così la possibilità di “sfruttare la scuola in tutta la sua laicità”. Centinaio inoltre aggiunge che “Le radici cristiane sono un valore fondante della nostra cultura”, che “è importante anche per gli appartenenti ad altre religioni o per gli atei e agnostici conoscere e rispettare, senza atteggiamenti di rifiuto o aprioristica preclusione”.

Il disegno di legge, all’articolo 3, prevede che “l’obiezione di coscienza da diritto a non osservare il riposo festivo connesso a tali festività”. L’idea di “cancellare i simboli della nostra identità in nome di un mal interpretato laicismo significa rinunciare ai principi su cui si fonda la nostra società, dato che i princìpi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, così come sancito dall’articolo 9, numero 2, della legge 25 marzo 1985, n. 121 ovvero la Ratifica ed esecuzione dell’accordo, con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929 tra la Repubblica italiana e la Santa Sede”.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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