Renzi: “Per salvare l’Europa bisogna cambiarla”

Pubblicato il 28 Maggio 2014 alle 12:45 Autore: Carmela Adinolfi
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Dopo aver imposto di “cambiare verso all’Italia”, Renzi continua la sua opera riformatrice in Europa. Il premier-segretario, ieri sera alla cena dei 28 a Bruxelles, non usa mezzi termini: “Per salvare l’Europa bisogna cambiare l’Europa”. Un cambio di marcia necessario, a detta del premier, per evitare che alle prossime consultazioni l’onda degli euroscettici e dei populisti travolga quel che resta dell’Europarlamento a guida socialista e popolare.

Basta con rigore e austerità, più lavoro e concertazione fra gli stati membri, anche sul fronte della politica estera. Un chiodo fisso per Matteo Renzi, che può approfittare del successo casalingo per imporre finalmente un nuovo corso all’Europa e rafforzare così la sua immagine anche sul fronte internazionale. “Chi ha votato per noi ha chiesto di cambiare l’Europa” ha detto Renzi ai 28 colleghi riuniti ieri sera, per una cena informale. “In Italia il nostro partito ha avuto 11 milioni di voti, il numero di voti più alto – ha aggiunto il premier – il nostro Paese è stato quello con il maggiore affluenza in tutta l’Ue. Abbiamo sconfitto il populismo”.

Dichiarazioni che non lasciano spazio all’immaginazione. La vittoria del Pd in casa rende l’Italia più forte in Europa. Renzi in queste ore sta cercando di sfruttare le “conseguenze positive” del voto di domenica. Ciò è ben chiaro anche alla cancelliera Merkel che lo ha salutato come il “matador”. L’uomo nuovo, il vincitore, che ieri, prima di volare a Bruxelles, è salito al Colle per un colloquio con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver avuto un colloquio telefonico con Barack Obama.

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“Credo che la discussione di oggi sia andata nella giusta direzione” ha dichiarato Renzi ai cronisti lasciando il vertice, durante il quale si è discusso anche della nomina alla presidenza della commissione europea. In pole-position, il candidato dei popolari Jean-Cluade Juncker. Ma, sulle scelte dei vertici europei peserà anche il parere dell’Italia. “Nomina sunt conqsequentia rerum. Prima dobbiamo essere d’accordo su cosa fare. Poi decidiamo chi le fa” avrebbe detto senza mezzi termini Renzi alla cancelliera Merkel, al presidente Hollande e al premier David Cameron.

Dichiarazioni affatto concilianti, se è vero che nel pomeriggio Renzi non ha avuto, contrariamente alla consuetudine, nemmeno un incontro riservato con la cancelliera tedesca. “No era in programma” si sono affrettati a chiarire gli staff dei due leader europei. Un peso importante quello che il premier Renzi potrà esercitare nelle prossime settimane, approfittando anche del caos che l’affermazione del Front National di Marine Le Pen e dei partiti anti-euro sta creando in queste ore in Europa. 

“Io sono europeista, ma voglio che l’Europa cambi” ha detto il presidente francese Hollande, sposando la linea Renzi, in chiusura di vertice.  “L’Unione europea non può ignorare i risultati delle elezioni e andare avanti come prima. Abbiamo bisogno di cambiare e rispondere alla domanda su quello che conta: crescita e lavoro” ha precisato il premier inglese Cameron. “Si deve riconoscere che Bruxelles interviene troppo” ha poi aggiunto. Una situazione favorevole, dunque, per il premier-segretario che incassa l’appoggio di Francia e Inghilterra, piegate da un voto anti-Europa, nell’attesa del prossimo vertice Ue. 

L'autore: Carmela Adinolfi

Classe '89. Una laurea triennale in comunicazione e una specializzazione in Semiotica all'Alma Mater Studiorum. Da Salerno a Perugia, passando per Bologna. Esperta in comunicazione politica, ha approfondito l'ascesa al potere di Matteo Renzi. Interessi: dal marketing alla comunicazione politica fino alle nuove forme di giornalismo digitale. Scrive per Termometro Politico e si allena per diventare giornalista.
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