Più di trentamila risposte al nostro quiz sul referendum trivelle: i risultati

Pubblicato il 20 Aprile 2016 alle 14:06 Autore: Piotr Zygulski
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Più di trentamila risposte al nostro quiz sul referendum trivelle: i risultati

Sono stati oltre trentamila gli utenti che si sono sottoposti al quiz di Termometro Politico sul quesito referendario cui gli italiani erano chiamati ad esprimersi domenica scorsa 17 aprile 2016. Soprattutto con un picco di accessi registrato sabato, ci auguriamo che il nostro quiz abbia potuto chiarire a tutti coloro che lo hanno completato il grado di conoscenza delle implicazioni del referendum. Circa due rispondenti su tre ci hanno inoltre lasciato i propri dati (età, sesso, collocazione politica e intenzioni di voto) e ciò permetterà di trarre alcune conclusioni.

Innanzitutto possiamo vedere i risultati, nominando ciascuna delle 12 domande con le lettere dell’alfabeto. Poiché il sistema non ci permette di calcolare in modo massivo tutte le risposte, abbiamo selezionato un campione di 350 quiz completati, da noi esaminati nel dettaglio.

A – Il referendum riguarda:

Risposta corretta: Le concessioni di mare entro le 12 miglia dalla costa.

Quasi tutti (91%) hanno risposto in modo corretto.  La percentuale cala leggermente tra coloro che erano indecisi su come votare al referendum (87%), ma comunque sia possiamo dire che nella sostanza era un punto ben noto.

 

B – Le piattaforme marine presenti sul territorio italiano sono:

Risposta corretta: Più di cento.

Appena il 18% ha saputo selezionare la risposta esatta; tutti gli altri rispondenti pensavano che fossero meno. Soprattutto tra gli indecisi, la percentuale di chi fa giusto si dimezza all’8%.

 

C – Le concessioni attive entro le 12 miglia dalla costa sono:

Risposta corretta: Una ventina.

Migliori le risposte corrette a questa domanda, che si attestano al 48%; le due alternative indicavano un numero maggiore e minore di concessioni. Sono soprattutto coloro che parteggiavano per il “sì” a far meglio (52%), mentre i non votanti rispondono correttamente nel 42% dei casi.

 

D – Ad oggi, secondo il Decreto Legislativo 152 del 3 aprile 2006, per l’estrazione di idrocarburi:

Risposta corretta: Non possono più essere rilasciate nuove concessioni entro le 12 miglia.

In questo caso il 69% dei rispondenti ha scelto la risposta giusta, ma possiamo vedere un divario di conoscenze tra i sostenitori del quesito referendario (che fanno giusto nel 66% delle volte) e chi ha votato “no” (84% di risposte corrette) o non ha votato (81%) .

 

E – Il quesito referendario intacca:

Risposta corretta: Le concessioni già esistenti.

La media di risposte giuste è del 52%, ma il divario tra le varie posizioni dell’elettorato si fa massimo su questa domanda, cui risponde correttamente appena il 39% degli indecisi, il 44% di chi vota “sì”, mentre in genere ha fatto giusto chi si è astenuto (62%) e chi ha votato “no” (74%). Chi ha sbagliato pensava che anche le nuove concessioni fossero coinvolte dal referendum.

 

F – Il referendum riguarda:

Risposta corretta: L’attività di ricerca, di prospezione e di coltivazione di tutti gli idrocarburi, liquidi e gassosi.

Una percentuale dell’84% ci rassicura della conoscenza almeno del titolo di questo referendum. Leggermente meglio hanno fatto gli elettori del “no” e i non votanti, la cui percentuale di risposte giuste si eleva al 89%, tratte meno in inganno dalla risposta alternativa che indicava il solo petrolio

 

G – Se vince il “sì” e si supera il quorum 50% + 1 dei votanti:

Risposta corretta: Le concessioni in scadenza si fermeranno nei prossimi 5 anni, mentre le altre nei prossimi decenni.

Qui è il 63% a rispondere correttamente. Riscontriamo una percentuale minore di risposte giuste (53%) tra chi ha votato “no”, mentre non ci sono differenze tra gli astenuti e chi ha votato sì.

 

H – Se vince il “no” oppure il referendum non raggiunge il quorum:

Risposta corretta: Le concessioni entro le 12 miglia dalla costa, anche quelle già scadute, saranno valide per la durata di vita utile del giacimento.

Questo è il significato della proroga vigente ad oggi, conosciuta dal 78% dei rispondenti. E appunto chi ha votato no nel 95% ha scelto la risposta corretta, invece tra gli indecisi quelle giuste sono il 68% delle risposte. I “sì” fanno meglio (82%) di chi invece non ha votato, che si fermano al 74%.

 

I – La produzione italiana estratta entro le 12 miglia dalla costa copre:

Risposta corretta: Il 2,3% dei consumi nazionali di gas e lo 0,9% di quelli di petrolio.

Si tratta di due dati importanti per valutare la portata effettiva del referendum della scorsa domenica. Ad ogni modo, sembrano noti al 76% di chi ha fatto il quiz, senza particolari scostamenti tra le tipologie di elettori.

 

J – In Italia l’idrocarburo maggiormente estratto è:

Risposta corretta: Gas naturale.

L’85% delle risposte a questa domanda era corretto, con punte del 96% tra i non votanti e del 95% tra i “no”, mentre calano al 75% le risposte giuste tra chi ha votato “sì”, forse ingannate dall’opzione petrolio, che nella campagna elettorale forse è emerso con maggiore insistenza, anche per via della maggiore pericolosità di eventuali disastri causati dall’oro nero.

 

K – La maggior parte di gas naturale estratto dalle piattaforme entro le 12 miglia marine proviene dalle coste delle regioni:

Risposta corretta: Emilia Romagna e Calabria.

Solo il 44% ha scelto le regioni giuste, mentre tanti altri pensavano che fossero Abruzzo e Marche a produrre maggiori quantità di gas. La percentuale di risposte corrette è del 58% tra chi ha votato “no”, mentre gli astenuti e i sostenitori del “sì” hanno in media risposto bene nel 41% dei casi.

 

L – Da marzo 2014 a marzo 2016 il prezzo del petrolio e del gas naturale:

Risposta corretta: Si sono entrambi dimezzati.

Questa domanda era molto importante per valutare anche alcune ripercussioni economiche, ma meno della metà, per la precisione il 47%, ha saputo rispondere in modo esatto. Anche qui sono gli elettori del “no” ad aver fatto leggermente meglio degli altri, con il 58% di risposte giuste contro il 46% dei sì, il 47% degli indecisi e il 53% dei non votanti.

In media, le risposte corrette al quiz sono state 7,65 su 12, cioè percentuale del 63,7%.

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Risposte corrette al quiz per tipologia di rispondente

La maggior parte dei rispondenti al nostro quiz ha dichiarato di avere meno di 35 anni; ad ogni modo possiamo valutare la percentuale di risposte giuste per ciascuna delle fasce d’età. I voti più bassi spettano ai minorenni, che mediamente rispondono correttamente al 55,4% dei quesiti; con l’aumentare dell’età, cresce anche la percentuale: tra i 18 e i 24 anni 63,1%, 24-35 anni 65,1%, 35-44 anni 65,7%, 45-54 anni 65,9%, 55-64 anni 66,9% e 65-74 anni 68,2%. Tra gli over 75 il dato torna a calare, assestandosi al 63,7%.

I maschi (65,7%) mediamente fanno meglio delle femmine (61,4%). Poi, dividendo per collocazione politica, si va dal 60,5% di risposte corrette date degli elettori di destra al 68,5% di quelli del centrosinistra, passando per i centristi (64%), il centrodestra (64,4%), e la sinistra (66,5%). Molto numerosi i rispondenti che non si riconoscono in alcuna delle aree politiche precedenti, che in media tuttavia rispondono in modo azzeccato al 62,2% delle domande.

Se invece suddividiamo per intenzioni di voto al referendum di domenica scorsa, coloro che hanno scelto con convinzione di non recarsi alle urne hanno fatto meglio degli altri: mediamente il 67,5% di risposte giuste contro il 65,8% di chi ha votato “no” e il 63% di chi ha votato “sì”. Gli indecisi mostrano un grado di conoscenza leggermente inferiore, pari al 62,1%, mentre chi ha lasciato la scheda bianca o l’ha annullata in genere aveva una conoscenza discreta (65,1%).

Possiamo poi incrociare tali intenzioni di voto con l’età, constatando appunto che le “schede bianche/nulle”, soprattutto tra le persone di mezza età, erano accompagnate da una buona conoscenza, con oltre il 70% di risposte corrette nelle due fasce tra i 45 e i 64 anni; sia tra gli elettori del “sì”, sia tra gli astenuti, con l’età cresce anche il numero medio di risposte giuste, comunque sia i non votanti mostrano sempre circa 4 punti percentuali in più rispetto ai sostenitori del quesito referendario: se i primi dai 45 ai 64 anni superano il 70% di risposte giuste, gli altri se suddivisi per età non riescono a fare più del 66%. Tra chi vota no, la soglia del 70% viene superata dai rispondenti tra i 55 e i 64 anni.

Se le incrociamo invece con la collocazione politica, sono gli astenuti di centrosinistra non votanti a superare quella cifra, con il 72% di risposte corrette, idem per quelli di centrosinistra che hanno votato no e mediamente hanno risposto bene al 70,3% delle domande. Male invece per gli elettori di destra indecisi, oppure votanti “no” o “sì” che non riescono a raggiungere per due punti la sufficienza.

Infine, utilizzando le risposte come se fossero un sondaggio, il 38,6% dei rispondenti ha detto che avrebbe votato , l’11,2% no, l’1,1% scheda bianca o nulla; i non votanti dichiarati erano pari al 27,7% e gli indecisi raggiungevano il 21,5%.

Politicamente, emerge un ampio divario tra gli elettori che si definiscono di centrosinistra e quelli invece di sinistra: tra i primi i “sì” rappresentano appena il 26%, mentre tra gli altri ben il 53%. L’affluenza maggiore – e anche il rapporto maggiore tra sì e no – si avrebbe nella fascia tra i 44 e il 54 anni; sembra inoltre esserci un minimo di correlazione tra affluenza e rapporto sì/no, che comunque mediamente si stabilizza all’81%, cifra leggermente inferiore all’85,84% effettivamente ottenuto domenica.

 

Ponderando per età, poteva essere stimato un 40% di sì, un 1% di bianche/nulle, 9% di no, 30% di non votanti e 19% di indecisi. Va detto però che chi ha fatto il quiz mostrava un minimo di interesse per la politica e probabilmente aveva votato anche nelle ultime tornate elettorali. Tutte le percentuali sopra esposte andrebbero quindi ridimensionate alla luce dell’affluenza delle europee, pari al 57%.

Considerando quindi come difficilmente scalfibile l’astensione “fisiologica”, che oggi avrebbe raggiunto il 43%, i sì sarebbero il 26% dell’elettorato che, cumulati al 6% dei “no”, darebbero appunto il 32% di affluenza raggiunta al referendum di domenica. Possiamo quindi dire che la somma dei “sì” è equivalente, grosso modo, a quella dei “no” sommati all’astensione deliberata: se la partita si fosse giocata “ad armi pari”, senza quorum, sarebbe stato impossibile stabilire con precisione quale delle due opzioni referendarie avrebbe prevalso.

L'autore: Piotr Zygulski

Piotr Zygulski (Genova, 1993) è giornalista pubblicista. È autore di monografie sui pensatori post-marxisti Costanzo Preve e Gianfranco La Grassa, oltre a pubblicazioni in ambito teologico. Nel 2016 si è laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Genova, proseguendo gli studi magistrali in Filosofia all'Università di Perugia e all'Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), discutendo una tesi su una lettura trinitaria dell'attualismo di Giovanni Gentile. Attualmente è dottorando all'Istituto Universitario Sophia in Escatologia, con uno sguardo sulla teologia islamica sciita, in collaborazione con il Risalat Institute di Qom, in Iran. Dal 2016 dirige la rivista di dibattito ecclesiale Nipoti di Maritain. Interessato da sempre alla politica e ai suoi rapporti con l’economia e con la filosofia, fa parte di Termometro Politico dal 2014, specializzandosi in sistemi elettorali, modellizzazione dello spazio politico e analisi sondaggi.
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