Pubblica Amministrazione: stretta sugli assenteisti, ecco cosa cambia (ma Roma sembra ancora lontana)

Pubblicato il 16 Giugno 2016 alle 14:55 Autore: Ilaria Porrone
madia pubblica amministrazione

Pubblica Amministrazione: stretta sugli assenteisti, ecco cosa cambia (ma Roma sembra ancora lontana)

Pubblica Amministrazione, arriva la stretta sui “furbetti del cartellino” da parte del Governo. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato i decreti attuativi della riforma sulla PA e le sanzioni per i dipendenti assenteisti. Il ministro Marianna Madia ha illustrato in conferenza stampa il provvedimento e ha parlato di “norme cattive ma giuste” che “restituiscono la dignità ai dipendenti pubblici che contribuiscono al bene della collettività”.

Con l’approvazione del decreto, un dipendente colto sul fatto verrà sospeso dal dirigente entro 48 ore. Resterà senza stipendio, ma gli sarà riconosciuto un ‘assegno alimentare’ pari alla metà del salario base. Il dipendente avrà due settimane per difendersi e ci saranno altre due settimane per concludere l’iter. Soddisfatto anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi: “la partita è finita. Non è più possibile che uno fa il furbo, timbra e va a casa e si fa finta di niente”.

Pubblica Amministrazione, assenteismo: il “caso Roma”

Se per il Governo la questione sembra risolta, Roma sembra rappresentare ancora un caso a sé. Come documentato da Repubblica, esistono luoghi della pubblica amministrazione dove la furbizia è la regola. A Roma infatti, nessuno dei vigili assenteisti nella notte di Capodanno 2014 è stato licenziato mentre l’ultimo ‘scandalo’ è legato alle recenti manifestazioni sportive: gli europei di calcio. Lo scorso 13 giugno, in occasione della partita di calcio Italia-Belgio, promosso dal sindacato Ugl, ha fermato il servizio di trasporto pubblico dalle 20.30 alle 0.30. Al centro della polemica c’è proprio l’Atac, l’Azienda municipalizzata dei trasporti di Roma, tra le più grandi d’Europa. Un carrozzone sul quale il neodirettore generale Marco Rettighieri, sta cercando da pochi mesi di mettere mano.

Marco Rettigheri

L’ingegnere Rettighieri, nominato direttore generale dell’Azienda nel febbraio scorso, ha raccontato: “in Atac ho trovato il malaffare. Perché Atac è sempre stato il bancomat delle forze politiche e sindacali di questa città. Quando sono arrivato ho aperto i cassetti e quello che ho trovato l’ho portato alla Procura della Repubblica. Non me lo perdonano”. In quattro mesi, Rettighieri ha rimosso quattro dirigenti di vertice, ha scoperto che sull’azienda pesano 111 mila ore di distacchi sindacali non giustificate (solo la Cisl ne conta oltre 6 mila), con un danno di 5 milioni di euro l’anno.  Nessuno sa se e per quanto tempo Rettighieri resisterà, mentre c’è chi scommette su cosa accadrà: il senatore piemontese del Pd Stefano Esposito. Esposito, per tre mesi assessore ai trasporti nella giunta Marino, è convinto: “Quando e se la Procura di Roma aprirà la botola di Atac, Buzzi, Carminati e Mafia capitale sembreranno dei dilettanti. È stata ed è il forziere della politica. Tutta. Nessuna esclusa. Vecchia e nuova”.

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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