Tra complottismo e regolamentazione, le proposte di legge del M5S

Pubblicato il 19 Luglio 2016 alle 16:46 Autore: Giacomo Salvini

Complottismo, temi economici e regolamentazione. Questi i tre pilastri della party platform (come la chiamerebbero negli Stati Uniti) del Movimento 5 Stelle nei primi 3 anni di legislatura. A mostrarlo è uno studio pubblicato stamani su la Stampa dal direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, Alberto Mingardi. Quest’ultimo ha passato in rassegna le 514 proposte di legge presentate tra Camera (360) e Senato (154) dai parlamentari del M5S e ne è uscito fuori un quadro non privo di sorprese. Se la richiesta di istituire commissioni d’inchiesta va di pari passo con l’usuale complottismo del Movimento, le maggiori sorprese provengono dalla modesta rilevanza che hanno i diritti civili nel panorama legislativo grillino e nella richiesta di maggior regolamentazione dal punto di vista economico.

M5S più attento a welfare, economia e riforma della politica

Lo studio di Mingardi mostra come la percentuale più alta delle proposte di legge dei grillini riguardi, alla Camera come al Senato, temi economici: sono il 38% a Montecitorio e il 23% a Palazzo Madama. Poi però, l’attività di deputati e senatori si divide un po’. Se alla Camera i grillini sono più attenti al rinnovamento del sistema politico (17%) e ai temi ambientali (7%), al Senato i parlamentari pentastellati si concentrano sul welfare state (21%) e sui temi legati alla trasparenza e alla moralità pubblica (19%).

Per i deputati la classifica delle macro aree è la seguente: temi economici (38%), riforma della politica (17%), welfare state (15%), ambientalismo e diritti degli animali (7%), trasparenza, diritti civili e politica estera (6%), cultura (3%), altro (2%).

Le proposte di legge del M5S divise per settore

(Fonte: La Stampa)

Al Senato invece, come abbiamo detto, i primi due posti vanno ai temi economici (23%) e welfare state (21%). Seguono trasparenza (19%), riforma della politica e diritti civili (9%), politica estera (7%), cultura (6%) e ambientalismo (2%).

Il M5S e le commissioni d’inchiesta

Un discorso ad hoc va fatto per le commissioni d’inchiesta che, secondo la Costituzione (articolo 82) e i regolamenti parlamentari (articolo 140), sono proposte da ciascuna Camera e vengono istituite per legge. Le commissioni d’inchiesta che i grillini vorrebbero istituire non riguardano, come sottolinea lo stesso Mingardi, solo temi concreti come le vicende del caso Shalabayeva o la strage di Viareggio, ma anche il “funzionamento delle centrali elettriche a carbone e a olio combustibile” o i “fenomeni di corruzione nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”. Temi molto generici, che di solito non portano a nessun risultato tangibile.

Le commissioni d'inchiesta proposte dal M5S

(Fonte: La Stampa)

L’attenzione del M5S sui temi economici

Sui temi economici, Mingardi nota come il 48% delle proposte di legge del Movimento 5 Stelle preveda una qualche forma di regolamentazione. Seguono i provvedimenti relativi agli incentivi (13%), le semplificazioni (12%) e infine gli sgravi fiscali (4%). “È una lista molto eterogenea – scrive il direttore dell’Istituto Leoni – gli americani usano l’espressione ‘pork barrel’ per riferirsi a provvedimenti di spesa che vanno a beneficiare una particolare categoria, che in cambio dà il proprio supporto a un certo politico. Che si tratti, dunque, di agricoltori o di estetiste, poco importa”.

Lo studio di Mingardi viene commentato, sempre sulla Stampa, dal politologo e studioso del centrodestra italiano Giovanni Orsina che nel suo fondo di prima pagina scrive:

Chiamare i grillini ‘antipolitici’ non è sbagliato, ma è parziale. Non è sbagliato sia perché il M5S si oppone alla politica per com’è stata finora, sia perché nega che la politica abbia una sua propria logica autonoma. E, di conseguenza, che chi la fa debba avere talenti o competenze speciali. Ma è parziale perché alla politica – una volta che sia stata restituita ai cittadini, naturalmente – non intende affatto dare meno potere. Al contrario, gliene vuole dar di più. Un più robusto controllo sull’economia e la produzione. Una più stringente tutela dell’ambiente. Un welfare più protettivo. Ma anche una più ampia e penetrante attività di investigazione pubblica su eventi e fenomeni controversi. Se lo si osserva da questo punto di vista, il Movimento non è affatto antipolitico. Semmai è iperpolitico.

 

Giacomo Salvini

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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