Referendum: Di Maio, Bertorotta e Del Grosso (M5S) a Madrid per dire ‘No’

Pubblicato il 11 Novembre 2016 alle 16:36 Autore: Alessandro Faggiano
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Referendum: Di Maio, Bertorotta e Del Grosso (M5S) a Madrid per dire ‘No’

In una delle capitali europee più accoglienti per i nostri compatrioti, la delegazione del M5S nazionale arriva a Madrid. Il comitato dei 5 Stelle spagnolo, coordinato da Alberto Caltabiano, invita Luigi Di Maio, Daniele Del Grosso e Ornella Bertorotta . Il World Tour per il ‘No’ continua, quindi, in terra iberica. L’evento si svolge in un hotel nei pressi di Plaza de España. La stanza che accoglie gli ospiti è piccola ma gremita. In totale, una cinquantina di italiani sono accorsi a presenziare. Molti i sostenitori del 5 Stelle, ancor di più i contrari alla riforma. A parlare, nell’ordine, sono la senatrice Bertorotta, il deputato Daniele Del Grosso e, infine, il vice-presidente della Camera, Luigi Di Maio.

Bertorotta

Referendum, Bertorotta: “riforma costruita a colpi di maggioranza. Il quesito referendario è fuorviante”

La senatrice siciliana esordisce criticando il metodo di formulazione della riforma. Per l’On. Bertorotta, la riforma si è costruita a colpi di maggioranza. Si snatura “il senso della Carta data dai nostri padri fondatori. Una Carta che fosse al di sopra dei partiti”. Critica la formulazione del quesito referendario, definito come fuorviante, in quanto non rispecchia il reale contenuto della riforma. “Sono state messe troppe cose insieme, sconnesse l’una dall’altra.” È la critica mossa anche dall’eminente costituzionalista Onida, ma l’istanza è stata già rigettata.

Rimanendo sul tema referandario, assicura che “la nostra Costituzione è invidiata in tutto il mondo. Bisogna dire ‘No’ e ridurre numero di leggi.” Inoltre, “per risparmiare  non c’è bisogno di riformare la Costituzione, basta dimezzare il numero e il costo dei parlamentari. La politica deve essere interpretata come un servizio civico e pubblico.” 

Referendum, M5S, Daniele Del Grosso

Del Grosso: “costo di questo referendum equivale a 6 anni di risparmi previsti dalla ragioneria di Stato”

L’intervento dell’abruzzese Del Grosso è breve e conciso. Continuando sulla linea della riduzione dei costi della politica, assicura che “il solo referendum costerà, allo Stato, circa 300 milioni. Sono 6 anni di risparmi previsti già andati in fumo.” Insiste nelle differenze tra M5S e PD. “Noi ci stiamo pagando di tasca nostra i biglietti per il tour. La Boschi è andata in America Latina a spese dei contribuenti, per fare campagna sul referendum e spacciandola per visita istituzionale.” Passando dalle critiche al metodo, a quelle di contenuto, Del Grosso si focalizza nel preoccupante incremento delle procedure legislative. “Ci saranno 10 procedure nuove per iter legislativo. Questo rallenterá l’azione legislativa. È una riforma che non semplifica.”

Di Maio conferma che referendum è anche voto politico. “Se vince il ‘No’, chiederemo elezioni immediate. Disposti a cambiare legge elettorale”

Il vice-presidente della Camera è l’ospite più atteso, considerando la sua centralità all’interno del partito. Rispetto ai colleghi di partito, Di Maio parla anche di temi che esulano la questione referendaria. Cita i pregi del microcredito fiinanziato attraverso la devoluzione di metà stipendio. “Oltre 6.000 persone hanno una occupazione grazie al nostro fondo.” Inoltre, “l’ecoreato è stato approvato grazie a noi del M5S e a cittadinanza attiva.” E ancora: “la politca energetica è tema di politica estera. L’autosufficienza energetica permette di non obbedire a diktat di altri Paesi.” Non manca all’appello uno dei marchi di fabbrica del partito pentastellato, il  reddito di cittadinanza. Per Di Maio, “secondo il modello elaborato da noi, il PIL crescerebbe – solo attraverso questa misura – dell’1,5%. Si può finanziare attraverso la lotta alla corruzione.” Infine, assicura che “di Equitalia hanno cambiato solo il logo”

Di Maio e la personalizzazione del referendum

I temi trattati sono serviti come volano per giustificare la personalizzazione del referendum e del voto contrario. Avverte della irreversibilità di un eventuale vittoria del ‘Si’. “Se vincono loro è finita. Non si torna indietro. Questa classe politica è totalmente compromessa. Addirittura durante la Prima Repubblica, con De Mita e Pomicino, c’erano meno voltagabbana che in questa legislatura. Il nostro ‘No’ è in realtà un sì al cambiamento, oltre ad essere una sentenza su questo modo di fare politica.” 

referendum, M5S, Luigi Di Maio

Non mancano gli attacchi diretti al premier Renzi. “Gli manca diplomazia. Un presidente non può schierarsi così a favore dell’uno o dell’altro. Il nostro compito è di mantenere buone relazioni con tutti. Poi è poco chiaro. gli 80 euro messi in busta paga da Renzi sono usciti dal rincaro tasse locali.” Attacca anche la Boschi sulla vicenda di Banca Etruria. Il vice-presidente della Camera assicura che, in caso di vittoria del ‘No’, “chiederemo elezioni immediate. Siamo disposti a lavorare sulla legge elettorale, ma la cambieremo in 2 settimane, non in 2 anni.”

“M5S world Tour”: prossime tappe, Berlino, Bruxelles e Parigi

I tre parlamentari del Movimento scambiano foto e  saluti con i connazionali alla fine dell’evento. Le prossime tappe del “world tour” di Di Maio sono Francia, Belgio e Germania. Il Movimento 5 Stelle punta molto sul voto estero e chiede di cercare di votare, nonostante le difficoltà burocratiche. Inoltre, invitano all’attenzione sulla possibilità di brogli elettorali.

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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