Mediaset Vivendi, quali sono le intenzioni di Bollorè?

Pubblicato il 15 Dicembre 2016 alle 15:45 Autore: Ilaria Porrone
La rottura tra Vivendi e Mediaset

Continua la scalata del gruppo Vivendi a Mediaset. I transalpini hanno infatti annunciato al mercato di aver raggiunto, ‘almeno per il momento’, l’obiettivo: è al 20% del gruppo del Biscione. L’annuncio è arrivato pochi istanti dopo l’intervento di Silvio Berlusconi, che aveva rotto il silenzio sulla vicenda: “l’acquisto di azioni Mediaset da parte di Vivendi, non concordato preventivamente con Fininvest, non può essere considerato altro che un’operazione ostile”.  Vivendi potrebbe però proseguire nella sua ascesa portandosi il più possibile a ridosso del 30%. Intanto l’intera vicenda è sotto l’attenzione della procura di Milano che ha aperto un’indagine a carico di ignoti per manipolazione del mercato in seguito all’esposto presentato da Fininvest contro Vivendi. La denuncia è stata firmata dall’avvocato Niccolò Ghedini.

Sulla vicenda è intervenuta oggi anche la politica. Il ministro allo Sviluppo Carlo Calenda ha avvertito: quella che appare una “scalata ostile” non è il modo più appropriato di procedere “per rafforzare la propria presenza in Italia”.

Una strategia aggressiva quella di Vincent Bolloré. Dopo l’ultima acquisizione il pacchetto francese, sulla carta, sarebbe sufficiente per chiedere la convocazione di un’assemblea e la relativa rappresentanza in consiglio di amministrazione. Da qui il lavoro dei legali del gruppo Fininvest per evitare ulteriori assalti, tra le opzioni c’è quella di chiedere a un giudice ordinario un provvedimento d’urgenza per bloccare i diritti di voto in capo a Bolloré sulla scia della denuncia già presentata. Ma si sta pensando anche ad una strategia per mettere al sicuro il gruppo, con l’intervento di soggetti terzi, qualcuno ipotizza la stessa famiglia Doris, partner di lunga data dei Berlusconi.

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Mediaset, la strategia di Bolloré

Ma cosa potrebbe accadere in futuro? E soprattutto, quali sono le intenzioni di Vincent Bolloré? Un analista di Natixis, Jerome Bodin, si era cimentato nell’impresa di immaginare i possibili scenari fino al 2022, quando si celebreranno i due secoli di attività del gruppo fondato dagli antenati  di Bolloré. Il 2022 è l’anno in cui il magnate bretone ha annunciato il suo ritiro, dopo aver realizzato il suo sogno: diventare il numero uno nel mondo delle tlc e dei media. Un’impresa difficile ma non impossibile secondo Bodin. Nel suo report si legge: “decisivo sarà il graduale avvicinamento di Vivendi a Telefonica, Orange e Mediaset. E di cui Vivendi manterrà una partecipazione di controllo (superiore al 30% in diritti di voto). Il nostro scenario riposa su diverse scelte strategiche che per il momento non sono d’attualità: la cessione di Universal Music Group, la fusione Telecom Italia/Telefonica, l’acquisizione di Mediaset e l’accordo con lo Stato francese su Orange”.

Se l’acquisto di una partecipazione rilevante in Mediaset andrà a buon fine, occorrerà attendere le elezioni francesi per procedere alla fusione tra Telecom Italia e Orange. A quel punto sarebbe più facile coinvolgere Telefonica, il colosso spagnolo, interessato ad un’alleanza con Mediaset Espana.

A ostacolare i piani di Bolloré potrebbe essere l’ostilità della politica, sia in Italia che altrove, anche se un’ingerenza sembra difficile. Un’altra ipotesi sarebbe il soccorso di Rupert Murdoch. E’ ancora difficile ipotizzare scenari concreti, quello che sembra essere certo è un cambio degli equilibri. Un cambiamento che penalizzerà sicuramente il gruppo di Cologno, colpevole di aver perso troppo tempo nella scelta degli alleati e che ora rischia di venire inghiottito dal proprio rivale.

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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