Venezuela sotto assedio. Frontiere chiuse e stop a negoziazioni

Pubblicato il 16 Dicembre 2016 alle 13:57 Autore: Alessandro Faggiano
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Venezuela sotto assedio. Frontiere chiuse e stop a negoziazioni tra governo e opposizione

Il Paese di Nicolas Maduro, uno degli ultimi baluardi del Chavismo e del socialismo del XXI secolo, torna a sprofondare. L’intercessione del Vaticano non è stata sufficiente per garantire una continuità alle negoziazioni tra il governo e l’opposizione, capeggiata dalla MUD (Mesa de Unidad Democrática). Nel giro delle ultime settimane si è aggravata ulteriormente una crisi economica già profondamente drammatica. Il bolivar venezuelano vale, in questo momento, poco o nulla. Per questa ragione, il presidente Nicolas Maduro cerca di far fronte all’estrema inflazione (che nel giro di un anno ha toccato il 700%) con la riduzione della moneta circolante (di taglio maggiore). Il progetto di Maduro consisteva nel far rientrare tutte le banconote da 100 bolivar in appena 72 ore. Una manovra disperata per far fronte al crescente utilizzo del dollaro come moneta di scambio. Dopo il ritiro della moneta (da concludersi nella giornata di ieri) il governo avrebbe proceduto a sostituire tutte le banconote esistenti, con altre (nuove) di taglio maggiore. Per evitare il traffico di banconote (che Maduro segnala come un rischio concreto) il governo ha chiuso le frontiere con Colombia e Brasile per 72 ore. Nella giornata di ieri, il cierre si è esteso per altri tre giorni.

Venezuela: la MUD si alza dal tavolo di negoziazioni e si prepara alla rivolta popolare

L’opposizione (che attualmente controlla il Congresso) sembra abbia abbandonato definitivamente il tavolo di negoziazione. A nulla, quindi, è servita la mediazione del Vaticano nelle faccende d’oltreoceano. Si torna ‘punto e a capo’, con la MUD pronta a chiamare il popolo alla rivolta. Poco prima dell’inizio del processo di distensione, la stessa opposizione aveva convocato una marcia verso il Palacio de Miraflores, La MUD però, potrebbe ricominciare dal referendum revocatorio, piuttosto che passare alla mobilitazione diretta. Ad ottobre, il consiglio elettorale nazionale dichiarò illegittima la raccolta firme promossa dall’opposizione. Pertanto, il referendum si annullò e Maduro avallò la decisione del CNE. La MUD potrebbe chiedere la revocazione dell’illegittimità o andare ad elezioni anticipate. Se il partito di governo non accetterà nessuna delle richieste dell’opposizione (ipotesi molto probabile) la MUD agirà per via extraparlamentare

Venezuela: Maduro sotto assedio

Non solo opposizione interna. Il governo deve far fronte anche alla sospensione definitiva dal MERCOSUR. Dopo le minacce arrivate nel mese passato da Argentina e Brasile (attuale spostate con il baricentro verso destra) la sospensione si è concretizzata nei primi giorni di dicembre. Maduro grida al complotto, al boicottaggio, ai poteri occulti. Ciò che è evidente è che il presidente del Venezuela non è capace di far fronte ad una crisi economica gravissima, che ha messo in ginocchio il Paese e la sua gente. Gli oppositori, dal canto loro, fanno il possibile per far alzare bandiera bianca all’ultimo stendardo del Chavismo in America Latina.

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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