Palermo, la fine delle primarie

Pubblicato il 17 Marzo 2012 alle 09:35 Autore: Matteo Patané

Come ricostruisce Il Corriere del Mezzogiorno in un articolo del 15 marzo, il dominus dietro l’operazione di disconoscimento delle primarie sarebbe Leoluca Orlando, che già fu sindaco del capoluogo siciliano e dal 1985 al 1990 e poi dal 1993 al 2000, la prima volta con una coalizione imperniata intorno alla DC, la seconda volta nelle file del centrosinistra. Sarebbe stato infatti proprio Orlando a convincere il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro a rinnegare la vittoria di Ferrandelli e schierarsi a favore di una candidatura della sconfitta Rita Borsellino al primo turno delle comunali. Ben presto SEL, una parte dei Verdi e la FdS si sono accodate all’IdV nel prendere le distanze da Ferrandelli e in un pressing sulla Borsellino: come era a questo punto scontato prevedere, una volta rotto l’argine, tutte le forze politicamente più lontane dalla visione di Ferrandelli si sono affrettate a prendere le distanze dal vincitore delle primarie.
Rita Borsellino stessa, come riporta un comunicato AGI del 14 marzo, pare essere disponibile ad una simile eventualità, attaccando a tutto campo Ferrandelli e mostrandosi pronta a dare ancora una volta battaglia con qualsiasi mezzo.

Ad oggi, l’unico sostegno a Ferrandelli viene – oltre che dalla numericamente trascurabile Monastra – dal Partito Democratico. La formazione di Bersani ha scelto di appoggiare senza riserve il vincitore delle primarie. Unico partito dotato della necessaria maturità per riconoscere l’esito delle primarie oppure esempio di cecità? O magari ancora fenomeno locale di grandi manovre a livello nazionale per stringere legami con il terzo polo? Non vi è molta chiarezza in merito, ed i segnali sono per certi versi contrastanti.
Da un lato è infatti innegabile che rispetto al caso di Napoli dell’anno scorso si sia seguita una strada completamente differente: nel capoluogo campano le primarie sono state annullate, ed il centrosinistra è arrivato con due candidati alle elezioni; in quello siciliano invece le primarie sono state validate, ed il risultato confermato. Questa differenza di comportamento, la diatriba se a Napoli vi fossero veramente irregolarità di più grave portata rispetto a Palermo oppure se il PD abbia in qualche modo avuto interesse a spingere per la vittoria di Ferrandelli è e sarà oggetto di polemica, ma vi sono alcune considerazioni che devono essere tenute in debito conto e che posssono aiutare a formulare un giudizio razionale. In primo luogo, il candidato ufficiale del PD era Rita Borsellino; addirittura, in subordine, il solo iscritto al PD tra i partecipanti alle primarie era Faraone; quindi, promuovere la vittoria di Ferrandelli non era certo la linea originale del partito. Anzi, essendo Ferrandelli sostenuto dall’ala veltroniana del PD, in opposizione a Bersani, rinnegarne la vittoria sarebbe stata una mossa coerente con quanto le lotte tra correnti hanno abituato negli anni.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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