Sondaggi elettorali Olanda: estrema destra in testa

Pubblicato il 8 Febbraio 2017 alle 02:44 Autore: Emanuele Vena
sondaggi elettorali olanda - Geert Wilders, leader dell'estrema destra PVV

Sondaggi elettorali Olanda: estrema destra in testa

Tutti contro Geert Wilders. Questa potrebbe essere in sintesi l’analisi dello scenario che si va delineando in Olanda, stando al trend degli ultimi sondaggi elettorali condotti dai principali istituti demoscopici del Paese. Che risultano concordi su un punto, ovvero l’avanzata prorompente dell’estrema destra in vista delle elezioni del prossimo 15 marzo.

Stando alle rilevazioni delle ultime settimane, infatti, il PVV di Wilders conquisterebbe più di 30 seggi. La formazione di estrema destra si conferma il partito di maggioranza relativa in Olanda. Un ruolo svolto, stando ai sondaggi, ormai da circa un anno e mezzo, se si esclude uno sporadico calo registrato nello scorso ottobre.

Sondaggi elettorali Olanda: estrema destra davanti a tutti

Gli unici a resistere – per modo di dire – sono i Popolari (VVD) del premier uscente Mark Rutte, accreditati di circa 24 seggi. Un dato senz’altro negativo, se si considera che rappresentano poco più della metà dei 41 seggi conquistati nel 2012.

sondaggi elettorali olanda - media ultimi 30 giorni (distribuzione seggi)

Un calo ancor più repentino è quello del Partito del Lavoro (PvdA), il partner di minoranza della grande coalizione messa in piedi da Rutte 5 anni fa. Secondo i sondaggi, il PvdA si fermerebbe ad 11 seggi, meno di un terzo dei 38 vinti nel 2012.

Sondaggi elettorali Olanda: tutti contro Wilders?

Le paure per un’Olanda sotto lo scacco della politica islamofobica ed euroscettica di Wilders potrebbero però non essere così fondate. Infatti, il PVV si fermerebbe ben lontano dai 76 seggi necessari per la formazione di un governo monocolore di maggioranza.

Al tempo stesso, però, la cattiva salute degli altri partiti rende complicati eventuali scenari alternativi maggioritari. L’asse di governo uscente, infatti, si fermerebbe ad appena 35 seggi, meno della metà di quelli conquistati nel 2012. E per formare un esecutivo maggioritario non basterebbe nemmeno l’ipotetico sostegno della formazione liberale dei Democratici 66 (D66) o dei Cristiano Democratici (CDA), questi ultimi già partner di governo della VVD dal 2002 al 2012.

Dinanzi ad un panorama così frammentato – che va avanti da tempo – lo scenario più probabile diventa quello di un governo di larghe intese ma minoritario. Ma per farlo potrebbe rivelarsi indispensabile la volontà delle eventuali “opposizioni responsabili”. Ovvero, forze parlamentari non governative a cui chiedere di permettere la nascita di un tale esecutivo e, contestualmente, di porre un argine all’avanzata dell’estrema destra di Wilders.

 

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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