Sondaggi elettorali Ecuador: resiste l’ultimo fortino socialista

Pubblicato il 8 Febbraio 2017 alle 10:42 Autore: Alessandro Faggiano
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Sondaggi elettorali Ecuador: resiste l’ultimo fortino socialista

Mancano 11 giorni al voto per le presidenziali in Ecuador, uno degli ultimi fortini del socialismo del XXI secolo. E proprio dal paese dell’equatore, potrebbero partire la spinta per risollevare le nuove sinistre in America Latina. Dopo l’ultimo tour trionfale del presidente Rafael Correa – facente tappa sia a Milano e Genova, che Madrid, Barcellona e Murcia – accolto da un bagno di folla, si entra nella “retta finale” della campagna. Il partito attualmente al governo, Alianza País, mantiene un distacco notevole sugli inseguitori. Il candidato è Lenin Moreno il primo ex-vicepresidente dello stesso Correa, dal 2007 al 2013. Il primo inseguitore è Guillem Lasso, leader della destra neoliberista.

Sondaggi elettorali Ecuador: Moreno in vantaggio per tutti i sondaggisti

Nonostante le differenti stime – specialmente per i candidati che inseguono – Lenin Moreno si conferma in testa in tutti i sondaggi (i principali, CEDATOS e CMS), con scarti sempre maggiori del 10%. Poi, la “lotta” per il secondo posto – in caso di eventuale ballottaggio – tra Lasso e Viteri (quest’ultima candidata del Partido Social Cristiano).

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Sondaggi elettorali Ecuador: a 11 giorni dalle elezioni, strada spianata per il successore di Correa

È ancora vivida nella memoria degli ecuadoregni la diaspora degli anni ’90, che costrinse centinaia di migliaia di persone – specialmente donne adulte – a cercare fortuna altrove. La maggior parte di queste trovarono accoglienza e un impiego nell’Europa mediterranea (specialmente Portogallo, Spagna e Italia). A distanza di oltre 10 anni, il flusso migratorio si è invertito, vedendo un primo rientro della popolazione nativa dell’Ecuador.

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Nonostante i grandi progressi in campo economico e nella struttura politica – conferita attraverso una nuova Costituente – gli ultimi anni sono stati densi di avversità: il crollo del prezzo del petrolio, la “caduta” dei massimi alleati nella regione e il terribile terremoto (di oltre 8.0 della scala richter) che ha demolito interi villaggi e abbattuto il PIL di 3,4 punti percentuali. La “tempesta perfetta” (così definita da Rafael Correa) non ha, però, intaccato le chance di vittoria del suo partito e del progetto socialista. L’appuntamento, quindi, è per il 19 febbraio: lì, si scoprirà se davvero Alianza País sia riuscita a superare indenne la tempesta, o se sarà trascinata a fondo dall’ultima onda, nei pressi del porto sicuro.

 

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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