Immigrazione Inghilterra, in calo e per metà di cittadini UE, le differenze con il caso italiano
Immigrazione Inghilterra, in calo e per metà di cittadini UE
L’Italia è attraversata dall’emergenza immigrazione, e non è un caso. Gli arrivi di migranti sulle nostre coste sono in aumento rispetto agli anni passati, sia rispetto al 2016 che al 2014. E a maggior ragione rispetto agli anni precedenti.
E la grandissima parte di questi migranti proviene dall’Africa Subsahariana, da Guinea e Nigeria in testa. Provenienze diverse da quelle classiche verso il nostro Paese.
Tutto ciò nonostante formalmente i nuovi residenti stranieri siano molti meno di un tempo. Infatti i richiedenti asilo che sbarcano dal Mediterraneo non rientrano in queste statistiche.
Statistiche che sono modificate anche dal fatto che negli ultimi 5 anni 600 mila stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Risultando quindi come immigrati in meno. Anche se non sono partiti.
Queste considerazioni servono evidentemente a delineare un fatto. Non conta tanto e solo la quantità, ma anche i dati qualitativi. Si deve saper andare oltre i numeri per giudicare un fenomeno.
E’ una raccomandazione che vale soprattutto per il caso inglese.
Immigrazione Inghilterra, in calo nel 2016 rispetto al 2015
Nel 2016 si sono contati 248 mila nuovi residenti, nel 2015 erano stato 332 mila. Vi sono quindi 84 mila movimenti aggiuntivi in meno. In particolare sono gli europei quelli che hanno cominciato ad affluire di meno nel Regno Unito, da +184 mila si è passati a +133 mila.
E in particolare quelli dell’Est (EU8)(tranne Bulgaria e Romania (EU2) ), in cui il saldo positivo passa da +46 mila a + 5 mila.
Perchè il movimento dei cittadini UE è così importante nel generare un tale impatto nelle statistiche? Perchè negli ultimi anni sono stati loro a costituire quasi metà dei nuovi arrivi a Londra e nelle altre città inglesi.
Se all’inizio degli anni 2000 il saldo tra arrivi e partenze di europei era quasi zero, poi è salito fino a pareggiare di fatto quello degli extra-UE.
E’ avvenuto a partire dal 2012 circa, in corrispondenza con la crisi economica nel Sud Europa, non a caso.
Di fatto quella che è stata chiamata emergenza immigrazione nel Regno Unito è stata molto diversa da quella italiana.
A differenza di quanto accaduto nel nostro Paese l’immigrazione lì è stata fatta molto di giovani italiani, spagnoli, polacchi. istruiti e in cerca di lavoro.
Negli ultimi anni per esempio in Italia sono aumentati invece moltissimo le richieste di ricongiungimento familiare.
Immigrazione Inghilterra, quali europei?
All’indomani dell’allargamento a Est il Regno Unito era stato tra i Paesi più contrari alla circolazione delle persone dei nuovi Paesi membri.
Vi era il timore dell’immigrato polacco. Ma in realtà i Paesi EU8, tutti quelli dell’Est dall’Ungheria alla Polonia, sono stati protagonisti di una immigrazione stabile.
Sono stati i cittadini rumeni e bulgari, dopo l’abolizione delle restrizioni nel 2014, ad arrivare in massa.
Ma non solo. Cosa forse inaspettata, sono decollati dal 2012 gli arrivi dei cittadini dei 15 Paesi originari della UE, tra cui l’Italia. Ora sono il 53% degli immigirati europei
Nelle registrazioni alla assicurazione nazionale in testa ci sono Romania, Polonia, Italia, Spagna Bulgaria. Italia e Spagna appunto, tra i Paesi più colpiti dalla crisi.
E tra i Paesi extra europei? Le origini sono molto diverse da quelle degli immigrati che giungono in Italia. L’Africa di fatto non c’è. In ordine si tratta di indiani, australiani, pakistani, cinesi, e statunitensi.
Si tratta di immigrazione da Paesi avanzati o con legami già fortissimi con il Regno Unito che probabilmente generano meno apprensione. Meno allarme sociale di quello che in Italia è cresciuto anche a causa del nuovo tipo di immigrazione da Paesi nuovi e con trend in netto aumento.