Rinnovo contratto statali e scuola: clausola contro i ricorsi, cos’è

Pubblicato il 6 Settembre 2017 alle 09:49 Autore: Daniele Sforza
Rinnovo contratto statali: spunta la clausola anti ricorsi

Rinnovo contratto statali e scuola: clausola contro i ricorsi, cos’è.

A tenere banco sul fronte rinnovo contratto statali e scuola ancora la normativa disciplinare. Si parla ancora di permessi, assenze e malattie. E tra le ultime notizie, emerge una possibile clausola anti-ricorsi. Ovvero, una misura che impedisce di avviare contenziosi, ma che al tempo stesso regola ulteriormente la sanzione punitiva nei confronti del dipendente che attua un comportamento scorretto. E mentre fa ancora discutere il limite temporale dei 3 giorni di preavviso per chiedere permessi, salvo i casi più urgenti, ci si chiede quando scatteranno i primi aumenti stipendiali, ancora da sancire definitivamente.

Rinnovo contratto statali: spunta la clausola anti-ricorsi

L’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nelle trattative sul rinnovo contratto statali, ha proposto ai sindacati una misura che potrebbe far discutere. Ovvero una clausola contro i ricorsi che verrebbe introdotta nel nuovo contratto. Ma in cosa consiste questa clausola, nel dettaglio? Si tratterebbe di una misura che impedisce ricorsi contro le punizioni legate a condotte scorrette da parte del dipendente. Questo per abbreviare la tempistica delle misure disciplinari. E al tempo stesso prevede l’avvio della sanzione tramite procedure di conciliazione.

Si parla infatti di “determinazione concordata dalla sanzione”. Le sanzioni disciplinari vanno dal semplice rimbrotto alla sospensione periodica del servizio senza stipendio. Il licenziamento non è incluso tra le sanzioni disciplinari e rappresenta un capitolo a parte. Questa procedura, di fatto, non è nuova, visto che è già valida a norma di legge dal 2010 per i dirigenti. Qualora dovesse essere ufficializzata, il responsabile della procedura disciplinare potrà dare la possibilità al dipendente di concordare la sanzione da affrontare. Quest’ultima, poi, non potrà avviare un contenzioso e quindi ne verrebbe escluso qualsiasi tipo di ricorso. La misura è in via di discussioni e a giorni l’Aran dovrebbe vedersi con le parti sindacali per discuterne.

Rinnovo contratto statali e scuola: ultime notizie

L’impressione generale da parte dei sindacati è che il governo voglia generalizzare un comportamento che in verità è limitato solo a qualche caso. Recentemente, il segretario generale di Confintesa FP Claudia Ratti, ha chiesto lo stop alla campagna denigratoria contro i pubblici dipendenti. In poche parole, i furbetti ci sono e vanno puniti e l’assenteismo strategico è un fenomeno da cancellare, ma non tutti i dipendenti pubblici si comportano in questo modo. E riserbo è stato espresso anche sui 3 giorni di preavviso per chiedere un permesso. Nel dettaglio, però, questa misura dovrebbe passare. L’esclusione dei 3 giorni di preavviso sarebbe validata solo per i casi più gravi e urgenti. Per questi ultimi, infatti, dovrebbe essere sufficiente solo 1 giorno di preavviso.

Nel frattempo, ci si chiede ancora quando scatteranno i primi aumenti stipendiali. Una domanda che rischia di fare il salto più lungo della gamba, visto che devono essere definite ancora le risorse. Bisognerà attendere la Manovra di Bilancio per saperne di più. Sebbene l’intenzione del governo sia quella di apporre la firma entro la fine del 2017 per far scattare i primi aumenti nei primi mesi del 2018.

Sul fronte scuola, però, nessuno è contento. Gli aumenti sono considerati insufficienti sia sotto l’aspetto economico, sia sotto quello della dignità lavorativa. Troppo poco per così tanti anni di blocco. E tra polemiche e petizione, questo è solo l’inizio di un autunno che si preannuncia bollente.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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