Atletico Madrid: essere Saul Ñiguez. Da canterano del Madrid a perno della rojiblanca

Pubblicato il 16 Ottobre 2017 alle 13:04 Autore: Lorenzo Annis
Liga spagnola Atletico Madrid Saúl Ñiguez

Atletico Madrid: essere Saul Ñiguez. Da canterano del Madrid a perno della rojiblanca

Il centrocampista nel calcio moderno è diventato il ruolo cardine della squadra: da lui infatti passano la maggior parte dei palloni giocabili per fare in modo che gli attaccanti siano messi in condizione di fare il loro mestiere, ovvero quello di buttare quei palloni in fondo alla rete. È anche importante che i centrocampisti moderni siano in grado di saper fare egregiamente entrambe le fasi di gioco ed avere una tecnica di base di qualità. Tutte queste caratteristiche rispondono al nome di Saul Ñiguez, centrocampista utile e duttile dell’ Atletico Madrid che anno dopo anno sta diventando silenziosamente uno dei top player del ruolo.

Atletico Madrid: il curioso caso di Saul Ñiguez

Saul Ñiguez nasce il 21 novembre 1994 ad Elche, città situata a sud della Comunidad Valenciana all’interno della provincia di Alicante, in una famiglia dalla tradizione calcistica: papà José Antonio fu bandiera della squadra locale tra gli anni ’80 e ’90, ed anche i sue due fratelli maggiori Jonathan e Aaron sono calciatori professionisti seppur con meno fortuna rispetto al giovane Saul che nel 2006 entra a far parte della cantera del Real Madrid.

L’avventura in blanco si rivela però molto difficile per Saul a causa di ripetuti soprusi subiti per colpa dei suoi compagni di squadra e rivelati qualche tempo fa con queste dichiarazioni:

“Per quanto riguarda le vicende di campo andava tutto alla grande, non di certo se parliamo di episodi extracalcistici: venivo derubato delle scarpe e del cibo, oltre ad essere accusato di cose che non avevo fatto e come punizione mi impedirono di passare per Valdebebas. Addirittura fu mandata una lettera al mio allenatore dove c’era scritto che ero il responsabile di azioni mai commesse. Purtroppo non sono riuscito a far sì che mi credessero, a 11-12 anni non potevo più sopportare tutti questi soprusi.”

Saúl, l’inizio dell’ascesa: comincia l’avventura in rojiblanca

Conclusa la parentesi in casa Real per Saul Ñiguez si aprono le porte dell’altra riva del Manzanarre, quella dell’Atletico Madrid, che lo accoglie a braccia aperte nel 2008. Dopo qualche anno di apprendistato tra giovanili e formazione B, arriva il tanto atteso esordio in prima squadra, A soli 17 anni l’8 marzo 2012 debutta contro il Besiktas in Europa League. Sedici mesi dopo arriva il prestito alla terza squadra cittadina, il Rayo Vallecano, con il quale mette sempre di più in mostra le sue qualità da todocampista, tanto da essere subito confermato nello scacchiere di Diego Simeone per la stagione 2014/2015.

Atletico Madrid, Saúl Ñiguez: Dalla bicicleta al Real all’incubo infortunio

Proprio durante questa stagione Saúl comincia a farsi notare anche con i colchoneros, entrando di diritto nel cuore dei suoi tifosi quando in un derby di Liga contro il Real realizza con una pregevole bicicleta. Firma uno dei quattro gol che schiantano i rivali di sempre. Si prende così una rivincita contro la squadra con la quale qualche anno prima mosse i primi veri passi calcistici e che poi se lo lasciò sfuggire successivamente agli episodi precedentemente raccontati. Sembra dunque andare tutto per il meglio, ma qualche settimana dopo in una partita di Champions a Leverkusen il suo sogno si infrange contro Kyriakos Papadopoulos.

Proprio a causa di uno scontro contro il difensore greco, Saul riporta un trauma al rene con ematoma e conseguente versamento interno; un mese e mezzo dopo torna nuovamente in campo, ma in realtà l’infortunio non è per niente alle spalle, anzi. Si fa sentir ancora più forte costringendolo a giocare con un catetere che gli procurava non pochi dolori e problemi. Nonostante tutto, non gli impediva di continuare a difendere quella maglia che pian piano diventava la sua seconda pelle.

L’importanza dell’ Atletico Madrid: il salvataggio del Mono Burgos

Recentemente Saul ha dichiarato ad un tabloid inglese un retroscena non da poco, riguardante la possibilità di farsi asportare il rene ferito. Una scelta fatta dal giocatore stesso ma che in extremis ha trovato l’opposizione dello storico vice di Simeone di German Burgos, che nel 2003 riuscì a sconfiggere un tumore maligno proprio al rene.

“Mi dicevano che il mio rene era completamente distrutto. Ero su una barella, mio padre piangeva. Io lo tranquillizzavo, poi a causa della frustrazione ho avuto l’idea di parlare con il medico e chiedergli di asportarmi il rene, così che tutto fosse tornato alla normalità in breve tempo. Poi Burgos scoprì la mia idea e come un padre mi disse: ”Ho sentito il dottore e mi ha detto la tua idea. Hai 22 anni di cosa parliamo? Usa la testa e pensa alla tua vita e al futuro, cosa succede se poi hai un problema all’altro rene? Non esisterebbe via d’uscita, rimettiamo il catetere.”

Queste parole risuonano fortemente nella testa di Saul, che decide di evitare l’asportazione proprio grazie alle parole di Burgos.

Atlético – Barcellona: un pareggio che accontenta entrambe

Atletico Madrid, Saúl: la via del recupero e la conseguente consacrazione

Saul ha un carattere forte. Presto si rimette in salute e pian piano diventa un punto fermo dell’ Atletico Madrid: si fa notare sia per le sue ottime prestazioni che per il vizietto del gol, anzi dell’eurogol. Perché Saul sembra proprio non riuscire a segnare gol banali. Lo scorso luglio è arrivato il rinnovo fino al 2026 al quale ha fatto seguito un europeo under 21 da assoluto protagonista con la selezione spagnola, nel quale si è laureato capocannoniere siglando 6 reti in 4 match. Gli occhi delle big mondiali son posti su di lui. Ciò nonostante la sua volontàè quella  di sposare a vita il progetto colchonero; nonostante una clausola da 150 milioni pericolosa perché ormai accessibile a molti.

Saul continua a migliorare lavorando agli ordini di Diego Simeone e di quel German Burgos che, come un padre, lo ha salvato. Testa, cuore, grinta abbinati ad un mix di tecnica ed intelligenza calcistica sopraffina fanno di lui un giocatore da prendere come modello. Arrivato per caso dall’altra parte di Madrid e in silenzio, Saul Ñiguez è ora pronto a far sempre più rumore nel cuore dei tifosi colchoneros, i quali sperano di poterlo vedere come futura leggenda rojiblanca considerando anche quel numero 8 indossato che da quelle parti è sacro.

Lorenzo Annis

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L'autore: Lorenzo Annis

Nato il 1° luglio del 1996, è nel Termometro Politico dal 2017. Scrive prevalentemente di sport dividendosi tra pallone e pedali, le sue più grandi passioni sportive.
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