Mother! La recensione. Assolutamente da vedere, prima di parlarne

Pubblicato il 16 Novembre 2017 alle 18:06 Autore: Redazione
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Mother! La recensione. Assolutamente da vedere, prima di parlarne.

Non è facile parlare di questo film ma è necessario vederlo prima di avanzare qualsiasi giudizio. Precisazione necessaria visto il grande chiasso che lo ha riguardato in occasione della prima alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia lo scorso Settembre.

Fischi, insulti, silenzio e pochi, pochissimi applausi. Gente che ha iniziato a fischiare a metà film e a gridare insulti sul finale, una valanga di violenza verbale sui titoli di coda, una violenza che è la perfetta continuazione del film.

Mother! Un film che fa discutere e divide

Premessa: un film può anche non piacere, è giusto che sia così, ma bisogna rispettare il lavoro che c’è dietro e astenersi dagli insulti. È facile giudicare “brutto” un film complesso che molti probabilmente non hanno capito. Mother! Non è un film per tutti, ed è bello anche per questo. È un film difficile, pieno di significati e di riferimenti non semplici da cogliere, ma è indubbiamente un’opera d’arte del grande regista Darren Aronovsky. Il fatto che questo film abbia diviso nettamente la critica la dice lunga, c’è chi lo ama e chi lo odia, forse perché non lo hanno capito.

Mother! La recensione: la sinossi

Protagonisti  di Mother! Sono Javier Bardem, scrittore nel pieno di un blocco creativo e la sua dolce moglie Jennifer Lawrence che si occupa di rimettere in senso la loro casa precedentemente colpita da un incendio. L’apparente quiete dei due giovani coniugi è messa a rischio da una misteriosa famiglia che si presenta alla loro porta portando con sé solo guai. Questo è il punto di non ritorno. Da qui in avanti le cose prenderanno una piega negativa fino all’inverosimile sfacelo della casa e della vita familiare. Eppure non è un film che parla della storia familiare di questa giovane coppia.

Mother! La recensione: “quando il film finisce, la storia ricomincia”

Senza voler fare spoiler si può dire che solo alla fine si riesce a chiudere il cerchio e a cogliere l’intero significato. È tutta una metafora, dell’arte, dell’idea dell’artista e del successo che comporta, che devasta tutto quello che c’è. La creatività ha bisogno di essere alimentata e l’idea è sfruttata fino all’esaurimento, fino alla morte di essa. Quando il film finisce, la storia ricomincia. Il tempo è ciclico e questo è la chiave di lettura per poter comprendere la storia, il cerchio si chiude.

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Mother! La recensione, conclusioni: l’ampio ventaglio di Aronovsky

È un film a cui non manca nulla, c’è l’odio, l’amore, la guerra, la violenza ma anche l’amicizia e la vita. Con grande abilità il regista riesce a condurci in situazioni assolutamente estreme partendo da un’apparente normalità.

Mother! e Aronovsky sono state vittime di superficialità, forse perché troppo difficili da capire. Probabilmente ci troviamo davanti a un film che passerà alla storia, di cui si parlerà ancora tra dieci anni. Sono stati tanti i casi analoghi di film disprezzati appena usciti ma oggi considerati magistrali. Mother! potrebbe essere lo Shining dei nostri tempi?

Marina Ingenito

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