Obama a Israele: “La soluzione è due popoli, due stati”

Pubblicato il 8 Luglio 2014 alle 09:31 Autore: Antonio Scafati

“La pace è solo e semplicemente innegabile. Così come il popolo di Israele ha il diritto di vivere nella terra che è storicamente del popolo ebraico, così i palestinesi hanno il diritto all’autodeterminazione”. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama torna a parlare del rapporto tra Israele e Palestina proprio nei giorni in cui è forte il timore di una nuova escalation di violenza. E per farlo, Obama sceglie di pubblicare un articolo su Haaretz, autorevole quotidiano israeliano molto apprezzato all’estero ma anche criticato da alcuni in patria perché considerato troppo vicino alle posizioni palestinesi.

Quello di Obama è il primo intervento pubblico da quando la tensione tra Israele e Palestina è tornata a sfiorare i livelli di guardia: l’articolo è stato scritto prima del 30 giugno e poi aggiornato sulla base dei fatti più recenti, ha informato la Casa Bianca.

“Da Harry Truman a oggi, gli Stati Uniti sono sempre stati il più grande amico di Israele” ha scritto Obama. “Come ho già detto altre volte, né io né gli Stati Uniti metteremo mai in discussione il nostro impegno per la sicurezza di Israele e del popolo israeliano”, un impegno che si concretizza anche in armamenti e denaro: Obama ha ricordato che Washington ha assicurato tre miliardi di dollari di finanziamenti fino al 2018, e che i sistemi di sicurezza americani contribuiscono a rendere Israele un luogo meno pericoloso.

israele

L’impegno americano nel Medio Oriente, ha ricordato Obama, non tocca però solo Israele. C’è anche la Siria (“L’eliminazione delle armi chimiche di Assad riduce la capacità di questo brutale dittatore di minacciare non solo il popolo siriano ma anche i vicini della Siria, Israele compreso”) e l’Iran (“Siamo determinati a impedire che l’Iran ottenga armi nucleari”).

Ma secondo Obama l’unico modo affinché Israele possa sperare di vivere davvero in sicurezza è stabilire una pace duratura. È questo il nocciolo del discorso che Obama ha affidato alle colonne di Haaretz. Il presidente parla di famiglie, colloca il dolore per le morti più recenti in un contesto insieme intimo e comprensibile a tutti: “Come padre, non riesco a immaginare il dolore provato dai genitori di Naftali Fraenkel, Gilad Shaar e Eyal Yifrach (…) e ho il cuore spezzato a causa dell’insensato rapimento e omicidio di Mohammed Hussein Abu Khdeir, la cui vita è stata rubata alla sua famiglia”. Per porre fine a questo dolore, l’unica via passa per grandi sforzi e “difficili decisioni da entrambe le parti”.

Nelle parole del presidente americano si intravedono tutti i timori dell’amministrazione Usa per un’escalation che potrebbe portare una pericolosa instabilità in un’area già messa a durissima prova dalle turbolenze dell’Iraq e della Siria, ha spiegato il Washington Post.

Non sono i muri e non sono i sistemi missilistici a poter assicurare pace e tranquillità a Israele, ha scritto Obama, la vera sicurezza arriverà solo con un accordo tra i due attori coinvolti. Ma è in particolare a Israele che il presidente americano si è rivolto con il suo intervento su Haaretz: “Raggiungere un accordo di pace con la Palestina sarebbe anche utile per far mutare il sentimento internazionale e per emarginare gli estremisti”. Obama scrive che entrambe le parti devono impegnarsi a rispettare il principio della non violenza, gli accordi già sottoscritti, il riconoscimento l’uno dell’altro.

“Entrambe le parti devono essere pronte a correre dei rischi per la pace” ha scritto Obama, “ma sappiamo in che direzione i negoziati devono andare: due popoli, due stati. L’unica soluzione è un democratico stato ebraico che viva fianco a fianco a uno stato palestinese indipendente, in pace e sicurezza”.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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