Prandelli da Istanbul:”Balotelli, non sei un campione.Rossi, che delusione”

Pubblicato il 8 Luglio 2014 alle 22:22 Autore: Stefano Merlino
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Le parole sono quelle di chi vuole ricominciare una nuova vita, ma non ha ancora dimenticato del tutto il suo ingombrante passato. E’ questo, in estrema sintesi, il Cesare Prandelli che si presenta ai suoi nuovi tifosi, quelli del Galatasaray. L’ex cittì della nostra Nazionale, dopo aver salutato in tutta fretta un’Italia colpita al cuore da un doloroso quanto inaspettato fallimento mondiale, non ha esitato a prendere il primo aereo per Istanbul. Occasioni come queste non capitano tutti i giorni. Anche se non sarà per nulla facile dimenticare l’azzurro,le settimane di Mangaratiba, Mario Balotelli, quei tweet di Giuseppe Rossi e le minacce degli ultimi giorni.

“VOGLIA DI VINCERE” – Nella testa del tecnico italiano ora c’è solo il Galatasaray e una missione precisa: vincere. “Ho tanta voglia di vincere”, confessa, “a partire dalla Supercoppa contro il Fenerbahce. E poi il campionato, quest’anno da vincere e la Champions: vogliamo andare lontano”.

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E alla domanda sul perché di questa decisione, Prandelli non ha dubbi: “Io volevo rimettermi in gioco e questa è stata una scelta sportiva su un progetto vincente, e poi qui è tutto molto bello, a partire dal centro sportivo”. Il tecnico si ritroverà tra le mani un organico composto da tanti pezzi da novanta, a partire da Wesley Sneijder, grande protagonista in Brasile con l’Olanda. “E’ un giocatore che mi piace molto e che sarà molto importante anche per noi, nonostante quella clausola che gli consente di liberarsi da noi senza problemi”.

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BALO E PEPITO – Dopo aver raccontato le sue emozioni all’arrivo in Turchia e introdotto il suo progetto, ecco la parte più interessante della conferenza stampa, almeno per noi italiani. “Superare uno choc come quello del Mondiale è difficile”, confessa, “ma non sono io che deve fare un bilancio dei quattro anni di mia gestione, io ho convocato i migliori del campionato”.Sui perché dell’addio emergono nuovi spiacevoli particolari, “ho ricevuto minacce, lettere, e la cosa non è bella quando ci sono i tuoi cari accanto” . Infine, ecco che si affrontano due argomenti che gli stanno a cuore, la mancata convocazione di Rossi e la figuraccia in mondovisione di Balotelli.

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Se sull’italoamericano lasciato a casa è piuttosto duro, “quelle parole mi hanno deluso, è stata una delusione umana, un giorno ne parlerà lui”, un po’ meno lo è quando si parla dell’attaccante rossonero.

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“Non è un campione”, dichiara, “e quando ci siamo salutati gli ho consigliato di tornare con i piedi per terra e di vivere nella realtà e non in un mondo virtuale”. In bocca al lupo Cesare, forse non meritavi una fuga così dolorosa.

L'autore: Stefano Merlino

Sono nato nel 1987 e da sempre mi piace scrivere. stefano.merlino@termometropolitico.it (Twitter: @stefano_mago)
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