Sondaggi politiche 2018: indecisi e credibilità partiti, le percentuali Noto

Pubblicato il 15 Febbraio 2018 alle 13:37 Autore: Daniele Sforza
Sondaggi politiche 2018 Noto: credibilità partiti e indecisi

Sondaggi politiche 2018: indecisi e credibilità partiti, le percentuali Noto.

Tra gli ultimi sondaggi sulle politiche 2018, si rivela interessante la rilevazione effettuata dall’Istituto Noto per il Fatto Quotidiano e incentrata sugli indecisi e sulla credibilità dei partiti e delle loro promesse elettorali. Sulle pagine del quotidiano, Antonio Noto scrive che stiamo facendo i conti senza l’oste, laddove l’oste è rappresentato da quel 30% di elettori indecisi; una percentuale sulla quale tutti gli istituti demoscopici sembrano andare d’accordo. Vien da sé che è proprio di quella percentuale il potere di spostare l’esito del voto, soprattutto perché la loro decisione finale prenderà forma negli ultimi giorni prima del voto. E in quell’ultima settimana pre-4 marzo sarà ancora attivo il divieto di pubblicare e diffondere sondaggi politici.

Sondaggi politiche 2018: il peso degli indecisi secondo Noto

Noto ricorda come negli ultimi 3 eventi elettorali nazionali gli indecisi siano sempre stati determinanti. Lo furono nel 2013, quando il Movimento 5 Stelle vide crescere la percentuale di consensi di 5 punti; lo stesso nel 2014, quando il Partito Democratico aumentò le proprie preferenze sempre di 5 punti percentuali; stessa cifra nel 2016, stavolta a favore dei No al referendum.

Quel 5% potrebbe essere decisivo anche alle elezioni politiche 2018. Non tanto da capovolgere l’attuale podio delle forze politiche. Ma sufficiente per dare alla coalizione di centrodestra quella maggioranza assoluta che al momento nessuno ha. E parimenti necessaria per il Partito Democratico, che potrebbe superare negli ultimi giorni il Movimento 5 Stelle. O allo stesso modo, dare al Movimento la possibilità di allungare la distanza dal centrosinistra e avvicinarsi ulteriormente al centrodestra. Stiamo parlando delle tre principali forze politiche, ma il voto degli indecisi potrebbe confluire anche nelle forze minori. Se questo accadrà lo sapremo solo dopo il 4 marzo.

Sotto questo aspetto, Noto ha quindi ritenuto interessante analizzare il tasso di credibilità delle promesse elettorali che sono state proposte dalle principali 3 forze politiche in gioco. Ecco le risposte fornite da un campione rappresentativo dell’elettore italiano medio formato da 1000 persone.

Sondaggi politiche 2018: la credibilità nelle promesse elettorali M5S

A fornire più credibilità sono le promesse del Movimento 5 Stelle, con un indice medio complessivo del 19,3%. Sul podio delle promesse più convincenti spicca la riduzione dell’orario di lavoro (ci crede il 27%); seguita dalla rimozione dei privilegi ai sindacati (26%); e dall’eliminazione della nomina dei direttori degli Ospedale da parte dei Presidenti di Regione (sempre 26%). Sopra al 20%, ci sono altre 7 promesse elettorali. Tra queste l’accorpamento delle polizie municipali con quelle provinciali (25%); la riduzione del numero degli alunni per classe (24%); l’introduzione della condanna ai lavori di pubblica utilità (23%).

Nel settore dell’istruzione, il 22% crede all’inserimento di nuove materie scolastiche, tra cui educazione ambientale e alimentare. La stessa percentuale ritiene credibile la creazione di una nuova banca pubblica per gli investimenti. In fondo, troviamo due promesse a cui credono in pochissimi. Ovvero, l’introduzione del salario garantito di stabilità (ci crede solo il 5%) e la riduzione della pressione fiscale (4%).

Sondaggi politiche 2018: credibilità partiti per Noto

Sondaggi politiche 2018: chi crede nelle promesse elettorali di Forza Italia

Forza Italia è il partito che riscuote maggiori consensi nella coalizione di Centrodestra. Ed è anche il secondo partito più credibile nella realizzazione delle proprie promesse elettorali. Con un indice medio di credibilità complessivo pari al 17,1%.

La maggioranza crede prevalentemente nell’eliminazione delle tasse. Il 27% del campione intervistato è fermamente convinto nella eliminazione del bollo auto. Il 26% e il 25% credono rispettivamente nella eliminazione della tassa di successione e della tassa sulla prima casa per tutti. Fuori dal podio troviamo un 24% convinto che l’ultima promessa del Cavaliere (ovvero la liberalizzazione dei permessi per la costruzione e per le licenze commerciali) sia realizzabile. La flat tax è al quinto posto (ci crede il 22%).

Sotto il 10% troviamo 4 promesse elettorali annunciate nei mesi scorsi da Silvio Berlusconi. Solo l’8% crede nell’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro. Mentre il 7% ha poca fiducia sia nell’accelerazione dei tempi per la conclusione dei processi di primo grado (massimo 100 giorni), sia nell’introduzione della pensione per le casalinghe. In fondo alla classifica della credibilità delle proposte, troviamo infine l’introduzione del reddito di dignità a 10 milioni di italiani sotto la soglia della povertà (5%).

Sondaggi politiche 2018: chi crede nelle promesse del PD

L’indice medio di credibilità per il Partito Democratico è al 13,4%. Ben 6 promesse elettorali sono sotto al 10% di credibilità. E a nulla hanno valso le 100 cose fatte e le 100 cose da fare promulgate da Renzi nelle scorse settimane. La promessa elettorale più credibile corrisponde alle maggiori tutele per i contratti a tempo determinato (ci crede il 26%). Il 25% del campione crede all’introduzione del bonus casa da 150 euro per i giovani. Mentre all’introduzione del servizio civile obbligatorio ci crede il 24%.

A ritenere credibile l’estensione del credito d’imposta per ristrutturazioni e investimenti è il 22%. C’è poi tutta una serie di promesse politiche a cui crede una fasica compresa tra il 10 e il 18% del campione intervistato. Tra queste, ad esempio, solo il 12% crede al bonus 80 euro per le partite Iva. E solo il 10% ritiene credibile l’introduzione del bonus 400 euro per ogni figlio fino a 3 anni per far fronte alle spese di necessità.

Scendendo agli ultimi posti, scopriamo che le promesse meno credibili sono le seguenti: introduzione del salario minimo garantito (5%); l’estensione dell’anticipo pensionistico (5%); la riduzione del tasso di disoccupazione sotto il 9% (2%).

Sondaggio politiche 2018 Noto: nota metodologica

Il sondaggio è stato realizzato con metodologia Cati-Cawi. Data o periodo in cui è stato realizzato il sondaggio: 11 febbraio. Campione di 1.000 persone rappresentativo di tutta la popolazione italiana. La percentuale dei soggetti rispondenti è stata del 93%.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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