Elezioni regionali 2018: orario apertura seggi e spoglio, lunedì i risultati

Pubblicato il 2 Marzo 2018 alle 16:24 Autore: Camilla Ferrandi
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Elezioni regionali 2018: orario apertura seggi e spoglio, lunedì i risultati

Domenica 4 marzo è alle porte. In Lombardia e nel Lazio sarà election day: si voterà sia per il Parlamento nazionale che per il Consiglio e Presidente regionale. I seggi saranno aperti dalle ore 7 alle ore 23.

Alle ore 23 di domenica ogni presidente di seggio dichiarerà chiuse le operazioni di voto e verrà iniziato lo spoglio elettorale, previo accertamento del numero dei votanti.

Si partirà con il Senato seguito, immediatamente dopo, dallo spoglio delle schede elettorali per l’elezione della Camera dei Deputati. Una volta concluso lo scrutinio delle schede dei due rami del Parlamento, i seggi verranno ufficialmente chiusi. Ovunque tranne che in Lombardia e nel Lazio dove lunedì 5 marzo, dalle ore 14, saranno riaperti per lo scrutinio delle schede regionali.

Gli exit poll, come sempre, verranno resi noti non appena saranno chiuse le urne, cui seguiranno le prime proiezioni. Infine, i risultati si definiranno a mano a mano con i dati ufficializzati dal Viminale in tempo reale.

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Elezioni regionali 2018: orario apertura seggi e spoglio, lunedì i risultati

Sia gli elettori lombardi che laziali,sulla scheda per le elezioni regionali potranno votare:

  • una lista. In questo caso il loro voto vale anche per il candidato presidente ad essa associato;
  • un candidato presidente. In questo caso il voto è computato solo per l’elezione del governatore;
  • una lista e il candidato presidente ad essa associato;
  • una lista e un candidato ad essa non collegato (voto disgiunto).

Sia la legge elettorale del Lazio che quella della Lombardia prevedono fino a due voti di preferenza per elettore. Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile indifferentemente dall’ordine. Pena l’annullamento della seconda preferenza.

Sia nel Lazio che in Lombardia verrà eletto Presidente il candidato che raggiunge il maggior numero dei voti, secondo la logica del sistema pluralityfirst past the post‘.

Lombardia 2018: come si vota con la doppia preferenza

Nel Lazio i seggi consiliari sono 50 escluso il Presidente. 40, uno dei quali è riservato al candidato presidente arrivato secondo, sono ripartiti tramite sistema proporzionale in circoscrizioni provinciali. I restanti 10 seggi sono attribuiti come premio di maggioranza alle liste che sostengono il presidente neoeletto.

Elezioni regionali 2018: la ripartizione dei seggi consiliari in Lazio e Lombardia

Per il premio di maggioranza:

qualora il gruppo di liste o i gruppi di liste collegati al candidato eletto Presidente della Regione abbiano conseguito una percentuale di seggi inferiore al 60 per cento dei seggi assegnati al Consiglio, escluso quello del Presidente eletto, assegna tra i suddetti gruppi di liste un numero di seggi necessario a raggiungere tale consistenza;

qualora il gruppo di liste o i gruppi di liste collegati al candidato Presidente della Regione proclamato eletto abbiano già conseguito un numero di seggi pari o superiore al 60 per cento dei seggi assegnati al Consiglio, escluso quello del Presidente eletto, assegna i seggi a disposizione al gruppo di liste o ai gruppi di liste collegati ai candidati Presidenti non eletti.

In Lombardia, il numero di Consiglieri è fissato a 80, compreso il Presidente della Regione. Un seggio dei 79 restanti è riservato al miglior perdente tra i candidati alla presidenza. Gli altri 78 consiglieri sono eletti con criterio proporzionale sulla base di liste provinciali concorrenti, con applicazione di un premio di maggioranza variabile.

Il premio di maggioranza scatta laddove il candidato presidente eletto non raggiunga il 50%+1 dei voti validi. Così, alle liste collegate al Presidente della Regione eletto sono assegnati:

  • almeno il 55% dei seggi consiliari, se il Presidente ha ottenuto meno del 40% dei voti validi;

  • almeno il 60% dei seggi consiliari, e non più del 70%, se il Presidente ha ottenuto il 40% o più dei voti validi. Il limite del 70% dei seggi ha come fine quello di tutelare la minoranza, o meglio, le minoranze consiliari.

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L'autore: Camilla Ferrandi

Nata nel 1989 a Grosseto. Laureata magistrale in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali presso la Cesare Alfieri di Firenze e con un Master in Istituzioni Parlamentari per consulenti d'assemblea conseguito a La Sapienza. Appassionata di politica interna, collaboro con Termometro Politico dal 2016.
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