Renata Rapposelli: Simone tentò di avvelenarla, la testimonianza

Pubblicato il 7 Marzo 2018 alle 18:22 Autore: Maria Alfonsina Iemmino Pellegrino
Renata Rapposelli

Renata Rapposelli: Simone tentò di avvelenarla, la testimonianza

Il giallo sulla morte di Renata Rapposelli è giunto, dopo mesi di indagini, ad una conclusione. Giuseppe e Simone Santoleri hanno trascorso la loro prima notte in carcere, a Castrogno, con l’accusa di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. La pittrice, originaria di Chieti, era scomparsa ad Ancona lo scorso 9 ottobre.

Il suo corpo, in avanzato stato di decomposizione, venne ritrovato circa un mese dopo sulle rive del Fiume Chienti, nei pressi di Tolentino. Le condizioni in cui si trovava il cadavere della vittima hanno reso difficile un’analisi dettagliata dei tessuti, rendendo difficile capire quali furono le reali cause della morte.

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Renata Rapposelli: la verità sulla notte dell’omicidio

La notte in cui scomparve, la donna si era recata a Giulianova, nell’appartamento in cui figlio ed ex marito vivevano. Qui i vicini dichiararono di aver udito una violenta lite e poi, di colpo, un silenzo improvviso. Dalla testimonianza della figlia di Renata, sarebbe emerso un altro dettaglio agghiacciante. Simone, da tempo affetto da disturbi psichici, custodiva in casa medicinali e tranquillanti che, se utilizzati in notevoli quantità, possono diventare letali.

Il ragazzo, ha cercato di avvelenare sua madre, per poi strangolarla. Alla base della follia omicida, il fattore economico. Renata aveva ottenuto il mantenimento dall’ex coniuge e chideva con insistenza gli arretrati.

Dopo averla soffocata, Simone ha trasportato il corpo di sua madre, avvolto in un telo, nell’auto che utilizzava per recarsi  a lavoro. Qui vi sarebbe rimasto per circa tre giorni, prima di essere trasportato sulle rive del Chienti.

Il dettaglio che ha posto l’attenzione degli inquirenti sulla macchina dei Santoleri, è stato il tentativo da parte di Simone di rottamarla, dopo averla portata più volte presso un autolavaggio.

Nonostante il maldestro tentativo di cancellare e lavare via ogni prova, l’auto presentava tracce di terriccio tipico del parco del Tolentino in cui il corpo è stato ritrovato.

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L'autore: Maria Alfonsina Iemmino Pellegrino

Giovane dottoressa in Scienze della Comunicazione presso l'Università Degli Studi di Salerno. Lavoro come redattrice per Termometropolitico.it dal 2017. In redazione ho trovato terreno fertile per coltivare il mio immenso amore per la scrittura. Parole chiave: informare, trasmettere, creare.
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