Elezioni regionali 2018: Gori torna a Bergamo, Lega vuole dimissioni

Pubblicato il 9 Marzo 2018 alle 15:49 Autore: Camilla Ferrandi
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Elezioni regionali 2018: Gori torna a Bergamo, Lega vuole dimissioni

“Sono tornato a Bergamo a fare il sindaco, ma sento la responsabilità di impostare il nuovo progetto di opposizione in Consiglio regionale”. Commenta Giorgio Gori, il candidato dem al Pirellone sconfitto dal leghista Fontana.

Al momento, dunque, Gori non intende dimettersi da sindaco di Bergamo. Né tanto meno lasciare lo scranno consiliare conquistato con le elezioni regionali della Lombardia. La legislazione in merito, la legge regionale n. 31 del 2016 che disciplina le cause di ineleggibilità e incompatibilità con le cariche regionali lombarde, prevede l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e di sindaco di un comune compreso nel territorio della Lombardia. Ma sono sostanzialmente previsti due mesi di tempo in capo all’eletto per decidere la carica da mantenere.

Nello specifico, nella prima seduta della nuova legislatura, il Consiglio regionale elegge la Giunta delle elezioni, composta da un consigliere per ciascun gruppo consiliare. La Giunta delle elezioni esamina le cause di incompatibilità, oltre a quelle di ineleggibilità, dei consiglieri regionali. Ha poi un tempo massimo di 60 giorni dal suo insediamento e dall’elezione del proprio Ufficio di presidenza per completare le verifiche e gli accertamenti di sua competenza. Entro 30 giorni dal termine dei lavori della Giunta delle elezioni, il Consiglio regionale, su motivate relazioni della stessa, dichiara la decadenza dei consiglieri ritenuti incompatibili che non abbiano optato per il mandato regionale e che non abbiano compiuto tutti gli atti necessari a rimuovere le cause di incompatibilità.

Elezioni regionali 2018: Gori torna a Bergamo, Lega vuole dimissioni

“Deciderò nei tempi che la legge prevede, senza fretta” continua Gori. “Nel frattempo farò entrambe le cose, il sindaco di Bergamo a tempo pieno e l’impostazione del lavoro in Regione”. Infatti, spiega ancora “sento la responsabilità di impostare il nuovo progetto di opposizione in Consiglio regionale. Sarà un’opposizione ferma, com’è giusto che sia, basata sul grande lavoro di elaborazione che ha accompagnato la mia candidatura. Il centrosinistra in Regione – aggiunge – riparte dai suoi diciotto consiglieri, che riunirò nei prossimi giorni e con i quali inizieremo a costruire questa nuova fase”.

“Gori sta prendendo in giro 100mila cittadini bergamaschi, che per mesi non hanno avuto un sindaco e che ancora non sanno se questo sindaco si degnerà o meno di restare a Palazzo Frizzoni” ammonisce Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda. E incalza: “Inoltre sta prendendo in giro quei lombardi che hanno votato per lui, illudendosi che avrebbe fatto opposizione. Davvero un comportamento da democristiano da prima Repubblica”. Ancora Grimoldi: “Gori abbia un briciolo di dignità e rispetto verso chi lo ha votato nel 2014 e verso chi lo ha votato qualche giorno fai dimetta da sindaco di Bergamo”. E conclude: “Si dimetta subito, e vada a fare opposizione in Regione come hanno deciso gli elettori”.

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L'autore: Camilla Ferrandi

Nata nel 1989 a Grosseto. Laureata magistrale in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali presso la Cesare Alfieri di Firenze e con un Master in Istituzioni Parlamentari per consulenti d'assemblea conseguito a La Sapienza. Appassionata di politica interna, collaboro con Termometro Politico dal 2016.
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