Reddito di cittadinanza e diritto di nascita, i nuovi piani del M5S

Pubblicato il 15 Marzo 2018 alle 16:24 Autore: Giuseppe Spadaro
Reddito di cittadinanza e diritto di nascita i nuovi piani del M5S

Reddito di cittadinanza e diritto di nascita, i nuovi piani del M5S

Mentre partiti e forze politiche si lanciano segnali e si posizionano per l’avvio delle legislatura tiene banco il tema del reddito di cittadinanza. Argomento che ha rappresentato uno dei cavalli di battaglia in campagna elettorale per il Movimento 5 Stelle. Nel caso di possibile formazione del governo assume importanza in virtù delle azioni che un eventuale esecutivo deciderà di intraprendere. Secondo indiscrezioni, da noi riportate, pubblicate sul quotidiano Il Messaggero il reddito di cittadinanza sarebbe ‘fuori dal DEF’ ovvero dal Documento Economico Finanziario.

Reddito di cittadinanza, chiarimenti prof. Tridico

Proprio sul tema reddito di cittadinanza un chiarimento su come rendere sostenibile la misura proposta dai 5 Stelle è arrivato da Pasquale Tridico. Il Professore universitario, presentato da Di Maio come prossimo ministro del lavoro e del welfare in caso di governo del Movimento, ne ha spiegato la natura. Tridico ha parlato di ‘un reddito minimo condizionato alla formazione e al reinserimento lavorativo’. Un contributo dello Stato ‘a chi oggi non raggiunge la soglia di povertà’ in cambio ‘dell’impegno a formarsi e ad accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro’.

Sostenibilità del reddito di cittadinanza

L’obiettivo è di aumentare di 1 milione di persone la platea di coloro che oggi non cercano lavoro facendole diventare disponibili a lavorare. ‘Con l’iscrizione ai centri per l’impiego – ha spiegato Tridico – andranno così ad aumentare il tasso di partecipazione della forza lavoro’. L’aumento della partecipazione della forza lavoro, secondo le previsioni del Professore, permetterà di rivedere al rialzo l’output gap, cioè la distanza tra il Pil potenziale dell’Italia e quello effettivo, perché 1 milione di potenziali lavoratori saranno di nuovo conteggiati nelle statistiche Istat. Se aumenta il Pil potenziale sarà possibile mantenere lo stesso rapporto deficit/Pil potenziale, cioè il cosiddetto ‘deficit strutturale’.

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Quanto costa il reddito di cittadinanza

Quindi si spenderebbero circa 19 miliardi di euro in più di oggi. Il reddito di cittadinanza costa 17 miliardi complessivi, compresi i 2,1 miliardi per rafforzare i centri per l’impiego, e potrebbe quindi finanziarsi interamente grazie ai suoi effetti sul tasso di partecipazione della forza lavoro. Proprio il lavoro è il tema di un post del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo pubblicato sul suo blog dal titolo ‘Società senza lavoro’. Grillo compie un’analisi sull’assenza di lavoro.

Dal reddito di cittadinanza al diritto di nascita

Secondo il suo punto di vista ‘siamo davanti ad una nuova era’. Per Grillo ‘il lavoro retribuito, e cioè legato alla produzione di qualcosa, non è più necessario una volta che si è raggiunto la capacità produttiva attuale’. Grillo spiega che ormai più che di posti di lavoro si dovrebbe parlare di un ‘posto di reddito’. Perché è il reddito che inserisce un cittadino all’interno della società. La teoria di Beppe Grillo porta dunque alla definizione di un ‘reddito, per diritto di nascita’. Al fine di mettere al centro della società l’uomo anziché il mercato. Il reddito per diritto di nascita lanciato da Grillo è abbastanza diversa dal reddito di cittadinanza, per come è stato presentato nel programma elettorale del M5S. Anche per come è stato spiegato sinora che avrebbe dovuto funzionare.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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