Analisi sondaggio EMG per La7 del 2/4/2012

Pubblicato il 7 Aprile 2012 alle 14:06 Autore: Giuseppe Martelli

Quelle sei parole “a prescindere dall’effettiva composizione delle coalizioni” rappresentano il confine tra la Prima e la Seconda Repubblica. Posta in altri termini è possibile ritenere che un elettore oggi decida di votare per un partito indipendentemente dagli alleati? Un elettore del Pd, ad esempio, rimarrà fedele alla propria formazione indipendente dal fatto che Bersani decida di allearsi con Casini o con Vendola-Di Pietro?

Naturalmente misurare questa distorsione, da un punto di vista demoscopico è del tutto impossibile. Sono troppe le variabili da considerare e troppo “instabili”; il livello di fedeltà dell’elettorato e la reale tenuta delle coalizioni anche a livello locale sono fattori, ad oggi, imponderabili.

Questo complesso stato di cose dovrebbe comunque suggerirci  una riflessione sistemica che va oltre i dati. L’elemento assolutamente nuovo delle elezioni del 2013 è già evidente e si tratta dell’assenza di un’offerta elettorale definita: chi si allea con chi e contro chi e soprattutto con quali proposte e programmi?

La discussione sulla riforma delle legge elettorale intreccia inevitabilmente questo elemento per cui da un punto di vista demoscopico, prima ancora delle scelte di voto degli elettori, sarebbe utile misurare le disponibilità dell’elettorato a rinunciare all’attuale struttura di competizione fra coalizioni alternative a vantaggio di un sistema caratterizzato da coalizioni post-elettorali da formare in Parlamento.

Gli strumenti di questa ricerca sono da costruire ma la domanda principale, che è il primo passo di ogni ricerca sociale, non può essere semplicemente “tra quale partito….” ma semmai “con che struttura partitica-elettorale si preferisce votare”.

In un certo senso, gli elettori, oggi dovrebbero essere chiamati e decidere le regole del gioco prima ancora che i contendenti.

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