Buoni fruttiferi di Poste Italiane: interessi ridotti sono illegali, la condanna

Pubblicato il 14 Giugno 2018 alle 13:09 Autore: Daniele Sforza
Buoni fruttiferi di Poste Italiane: interessi ridotti, è illegale

Buoni fruttiferi di Poste Italiane: interessi ridotti sono illegali, la condanna.

Ancora un caso di rimborso legittimo per i possessori di buoni fruttiferi da parte di Poste Italiane. Ancora per lo stesso motivo, quel decreto del 1986 che ha di fatto consentito un cambiamento in corso degli interessi redatti sul retro dei buoni inferiore rispetto a quanto stabilito al momento della sottoscrizione. Ma ancora una volta la giurisprudenza ha dato ragione ai titolari dei buoni, obbligando Poste Italiane a pagare gli interessi spettanti, senza alcuna riduzione, come invece la società pensava avanzando il decreto del 1986. L’ultimo episodio di questo genere è avvenuto a Patti, un comune della città metropolitana di Messina.

Buoni fruttiferi di Poste Italiane: cosa è successo a Patti

Il Tribunale di Patti – Sezione Civile ha stabilito che gli interessi sui buoni fruttiferi postali vanno rimborsati integralmente, come peraltro già sancito al momento della sottoscrizione degli stessi. Gli interessi dei buoni, quindi, non potranno essere ridotti nemmeno avanzando quanto scritto in un decreto governativo. Il caso riguarda tre titolari di buoni fruttiferi trentennali che erano andati a riscuotere alla scadenza quanto dovuto. Ma che si sono visti dare la metà di quanto stabilito al momento della sottoscrizione dei buoni stessi, ovvero all’inizio degli anni Ottanta. I tre risparmiatori non si sono dati per vinti e si sono rivolti alla Legge, e più nello specifico alle cure legali dell’avvocato Annalisa Salpietro Damiano.

Il Tribunale ha quindi dato ragione agli assistiti dell’avvocato Damiano, confermando che il cambiamento delle condizioni di sottoscrizione dei buoni fruttiferi risulta illegittimo se effettuato nel momento in cui i buoni sono ancora in corso di validità. Il provvedimento è stato firmato dal giudice Concetta Alaqua, che ha di fatto obbligato Poste Italiane al corretto pagamento degli interessi spettanti e ammontanti a circa 50 mila euro.

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Buoni fruttiferi di Poste Italiane: cosa dice il decreto del 1986

Casi di questo tipo non sono inediti, ma risalgono anche a diversi anni fa. In un articolo del 2005 su La Stampa, ne avevano parlato anche Luigi Grassia e Claudio Vimercati. Il nocciolo della questione riguardava sempre il pagamento dei rendimenti inferiore rispetto a quanto sottoscritto dai buoni. Si parla di buoni fruttiferi della serie M, N e O emessi dal 1974 al 1986. “Erano dei pezzi di carta con su scritto l’importo (ovviamente in lire). E sul retro avevano una complicata serie di simboli che spiegava come il capitale fosse destinato a rivalutarsi, anno dopo anno, in tre decenni”.

Il decreto del 1986 ha però dimezzato i rendimenti. Il problema vero sta nel fatto che la maggior parte dei risparmiatori (“la quasi totalità” si legge nell’articolo) se n’è accorta solo al momento dell’incasso. Da qui la serie di ricorsi legittimi dei risparmiatori desiderosi di ottenere quanto effettivamente spetta loro. Proprio come accaduto recentemente a Patti.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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