Yara Gambirasio: trovato terzo dna sul corpo, Bossetti è innocente?

Pubblicato il 22 Giugno 2018 alle 19:31 Autore: Maria Alfonsina Iemmino Pellegrino
Yara Gambirasio

Yara Gambirasio: trovato terzo dna sul corpo, Bossetti è innocente?

La morte della tredicenne Yara Gambirasio, promessa della ginnastica artistica, sconvolse l’intero Paese. Per il suo omicidio, l’ unico indagato è sempre stato il muratore Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo nel luglio dello scorso anno.

Nuove prove, però, potrebbero riaprire il caso e assolvere Bossetti dall’accusa di omicidio, aggravato dalla crudeltà. Sul corpo dell’adolescente di Brembate è stato recentemente isolato un altro campione di DNA, non appartenente al muratore di Mapello, bensì ad una terza persona non ancora identificata. Le ricerche e le analisi approfondite si devono al Professor Peter Gill, con Cattedra presso L’Università di Oslo.

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Yara Gambirasio: la scomparsa e il ritrovamento

La ginnasta, residente a Brembate Sopra, nel Bergamasco, scomparve nel nulla il 26 novembre 2010. Quel pomeriggio, la ragazzina, stava tornando a casa dopo la consueta sessione di allenamento ma, nel breve tratto che separava la palestra dalla sua abitazione, se ne persero completamente le tracce.

L’ultimo rilevamento del suo cellulare venne registrato a Mapello; comune distante circa tre chilomentri da Brembate dove, si seppe in seguito, era residente Massimo Bossetti.

Esattamente tre mesi dopo, precisamente il 26 febbraio 2011, il corpicino di Yara venne ritrovato per caso tra le campagne del Bergamasco, a circa dieci kilomentri da Brembate. Il corpo della vittima riportava evidenti segni di violenza, un trauma cranico e numerose ferite da taglio. Gli inquirenti furono indotti a credere che, però, la ragazzina era morta a causa del freddo e non per le percosse subite.

Il movente, o quantomeno una spiegazione per la tragedia avvenuta, non è mai stato trovato. Le tracce biologiche e le numerose, per così dire, coincidenze, condussero al muratore di Mapello, Massimo Bossetti.

Yara Gambirasio: le indagini e la codanna di Bossetti

Dopo anni di indagini, il primo luglio 2016 la Corte D’Assie di Begamo condannò Bossetti all’ergastolo, pena confermata poi il 17 luglio 2017 dalla Corte di Brescia.

Da allora l’operaio si trova in carcere, ma continua a dichiararsi innocente e estraneo ai fatti, sostenuto dai suoi avvocati. Questi ultimi, nell’ultimo periodo, hanno lavorato senza sosta per cercare di far riaprire il caso; contestando gli esami svolti sui campioni di DNA ritrovati sugli slip della vittima.

Il ritrovamento sugli idumenti di Yara di nuove tracce mitocondriali, ha dunque permesso ai legali di Bossetti di mettere in discussione non solo l’operato della polizia scientifica, bensì l’intera sentenza.

Maria Iemmino Pellegrino

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L'autore: Maria Alfonsina Iemmino Pellegrino

Giovane dottoressa in Scienze della Comunicazione presso l'Università Degli Studi di Salerno. Lavoro come redattrice per Termometropolitico.it dal 2017. In redazione ho trovato terreno fertile per coltivare il mio immenso amore per la scrittura. Parole chiave: informare, trasmettere, creare.
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