Andrea La Rosa gettato vivo nell’acido, la dinamica della morte

Pubblicato il 3 Luglio 2018 alle 18:21 Autore: Maria Alfonsina Iemmino Pellegrino
Andrea La Rosa

Andrea La Rosa gettato vivo nell’acido, la dinamica della morte

Non si sono ancora concluse le indagini sulla morte di Andrea La Rosa, ex calciatore ucciso nel novembre scorso all’età di 35 anni. Per l’omicidio, aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà, sono stati accusati e arrestati Raffaele Rullo, amico della vittima e sua madra, Antonietta Biancospino. I due avrebbero commesso l’atroce gesto a causa di un debito di trentamila euro; denaro che La Rosa aveva prestato a Rullo tempo prima.

Nuovi dettagli, a dir poco sconcertanti, hanno riaperto il caso che, dopo la notifica degli arresti, sembrava archiviato. Dopo aver narcotizzato La Rosa, che era andato in casa loro per chiedere il denaro, Rullo e sua madre lo avevano narcotizzato; per poi chiuderlo in un fusto di benzina. Qui l’uomo sarebbe morto per soffocamento a causa delle inalazioni dell’acido che gli venne versato addosso mentre era in stato di incoscienza; non a per le ferite di arma da taglio ritrovate sul suo corpo, come invece si credeva.

Il corpo senza vita di Andrea La Rosa è stato ritrovato nel dicembre scorso, circa dieci giorni dopo la sua scomparsa. Durante quell’arco di tempo, i carabinieri avevano monitorato qualsiasi spostamento o atteggiamento anomalo della coppia madre/figlio; fin dall’inizio gli unici sospettati.

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Andrea La Rosa gettato vivo nell’acido, le indagini

Era ancora vivo, dunque, l’ex calciatore del Brugherio, quando Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello hanno cercato di scioglierlo con l’acido. Un tentativo maldestro, di certo, per eliminare ogni traccia del rapimento e dell’omicidio commessi.

Dalla prima autopsia, preliminare, emerse che la vittima era deceduta a causa di profonde ferite infertegli nella cantina dell’abitazione dove era stato nascosto. Nuove indagini e analisi più dettagliate, hanno chiarito che la morte sopraggiunse in realtà per soffocamento, dovuto ai fumi dell’acido.

Il corpo senza vita di Andrea La Rosa era poi stato chiuso in un bidone di gasolio e lasciato per circa due settimane in una vecchia cascina situata nella periferia di Milano. E’ stato posto sotto accusa anche il settantenne proprietario della tenuta di campagna dove la Bianceniello aveva nascosto il cadavere. Non è ancora chiaro se l’uomo, Sante Cascella, fosse a conoscenza del contenuto del fusto o se sia completamente estraneo ai fatti.

Maria Iemmino Pellegrino

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L'autore: Maria Alfonsina Iemmino Pellegrino

Giovane dottoressa in Scienze della Comunicazione presso l'Università Degli Studi di Salerno. Lavoro come redattrice per Termometropolitico.it dal 2017. In redazione ho trovato terreno fertile per coltivare il mio immenso amore per la scrittura. Parole chiave: informare, trasmettere, creare.
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