Accadde oggi 10 luglio: avvenimenti storici da ricordare

Pubblicato il 10 Luglio 2018 alle 16:37 Autore: Tommaso Lolli

Accadde oggi 10 luglio: avvenimenti storici da ricordare.

La Gran Bretagna odierna ha dinnanzi a sé sfide importantissime come l’economia, le politiche sociali, il problema riguardante il costo troppo elevato degli immobili collegato direttamente ad interi quartieri spopolati e sottoposti al controllo della piccola e media criminalità e soprattutto la Brexit. Agli occhi degli inglesi e dei suoi governanti l’amministrazione May non sembrerebbe in grado di far fronte a questi eventi. La sfiducia dimostratagli non deriva solo dalle elezioni “vinte” dai conservatori ma anche dai recenti accadimenti ovvero le dimissioni di due ministri chiave: Brexit e Affari Esteri (Davis e Johnson).

La storia inglese ha però dimostrato che nei momenti più critici le forze conservatrici e liberali riuscirono a mettere da parte i loro interessi per un interesse più grande, ovvero la Nazione; tale tipo di governo sarebbe l’ideale per la May. Il governo nazionale (National government) venne formato in due diverse occasioni: durante la Prima Guerra Mondiale e all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Rispetto alla Grande Guerra, il governo di coalizione formato tra il 1940-1945 da Winston Churchill dovette affrontare un problema ben più grave rispetto alla Brexit: l’esistenza stessa dell’Impero inglese. Anche se tutti i partiti politici, la famiglia reale ed il popolo non erano convinti della scelta del nuovo Primo Ministro dati i suoi grandi errori del passato, tra cui il più importante fu quando era Primo Lord dell’Ammiragliato e decise di sferrare un attacco contro l’Impero Ottomano facendo sbarcare un immenso convoglio a Gallipoli portando alla famosa e sanguinosa battaglia di Gallipoli (1915-1916), egli risultava l’unico uomo in grado di poter traghettare la Gran Bretagna verso la vittoria. Il 10 maggio 1940 egli divenne Primo Ministro proprio quando i tedeschi iniziarono le operazioni militari per la campagna di Francia.

Eppure il momento più buio della storia inglese non fu dopo la capitolazione della Francia (25 giugno 1940) ma il 10 luglio 1940: l’inizio della battaglia d’Inghilterra. Disse Winston Churchill:” La battaglia di Francia è ormai finita. Suppongo che quella d’Inghilterra stia per iniziare…”. Il 10 luglio 1940 iniziò la prima grande campagna di guerra ad essere combattuta solamente da forze aeree.

Accadde oggi 10 luglio, la battaglia d’Inghilterra: cosa colpire? 

L’obiettivo della Luftwaffe (l’aereonautica da guerra tedesca) era quello di ottenere la totale superiorità aerea nei cieli della Gran Bretagna. Per far ciò, dal 10 luglio iniziarono i primi bombardamenti nella Manica contro i convogli inglesi che trasportavano materiale necessario alla costruzione delle forze aeree. Poi i bombardamenti di concentrarono sui porti principali dell’Inghilterra ed infine verso gli aeroporti e contro gli stabilimenti della RAF (Royal Air Force), fabbriche aeronautiche e fabbriche furono i principali obiettivi.

L’incertezza dettata dalla minaccia nazista

La Gran Bretagna era scossa. Le sue fondamenta iniziavano a cedere non solo a causa degli incessanti bombardamenti ma anche dalla sicurezza che la superiorità aerea avrebbe avuto come conseguenza uno sbarco tedesco nell’isola. E difatti, l’operazione “Leone Marino” era in via di preparazione. Leone Marino era il nome in codice del piano tedesco d’invasione dell’isola che prevedeva l’utilizzo di paracadutisti e di ingenti forze di sbarco, mentre gli inglesi non solo dovevano difendere l’intera costa inglese ma erano anche sprovvisti di uomini, mezzi corazzati e armi moderne. Per far capire quanto tragica fosse la situazione britannica basta pensare che l’intera difesa della Gran Bretagna era affidata a 25 divisioni mentre i tedeschi, armati in maniera più moderna, per lo sbarco potevano contare su 20 divisioni. Le forze britanniche, infatti, erano sparpagliate in tutti i teatri bellici, difatti, dal 10 giugno 1940 anche il Regno d’Italia aveva iniziato le proprie operazioni militari impegnando le forze inglesi in Nord-Africa e nell’Africa Orientale.

Accadde oggi, 10 luglio: Gli italiani parteciparono in piccola parte

Gli stessi italiani parteciparono alla battaglia d’Inghilterra inviando in Francia un corpo di spedizione composto ad aerei e personale italiano (CAI, Corpo Aereo Italiano). Vennero impiegati su ordine di Mussolini, 170 aerei i quali commisero 18 bombardamenti in Inghilterra. Nonostante la tecnologia italiana fosse antiquata, i biplani italiani vennero riconosciuti come ottimi aerei data la loro velocità e manovrabilità, sfortunatamente però non ideali al combattimento.

Il desiderio della Germania Nazista era quello di piegare i britannici, costringendoli ad una pace separata per poter concentrare così il grosso della Wermacht a Oriente in vista dell’Operazione “Barbarossa” (il piano di invasione dell’Unione Sovietica). Infatti non bisogna dimenticare come Hitler non si aspettasse un intervento inglese e francese a seguito dell’invasione della Polonia. Egli era convinto che tali democrazie non avevano interessi nel difendere la nazione polacca in quanto più interessate a vedere sconfitta la minaccia bolscevica in URSS. Pertanto, la battaglia d’Inghilterra assieme alla minaccia di un’invasione terrestre da parte della Wermacht dovevano piegare i britannici e costringerli ad una resa. Nel trattato di pace proposto da Hitler agli inglesi non vi era alcun riferimento alla distruzione dell’Impero Britannico, salvo qualche perdita territoriale, ma per Churchill accettare un simile trattato avrebbe significato la totale sottomissione verso il giogo nazista.

La resistenza inglese iniziò ad irritare il Fuhrer che perse la pazienza e cambiò strategia

AL fine di accelerare la resa inglese la Luftwaffe si concentrò principalmente verso i bombardamenti strategici contro le città inglesi in quanto per Hitler spezzare la volontà del popolo di resistere avrebbe comportato ad una accettazione di resa da parte del governo di Churchill. I primi bombardamenti terroristici furono brutali ed attuati durante le ore notturne. Migliaia furono le vittime e soprattutto civili. Il nuovo obiettivo dell’aeronautica tedesca ebbe come conseguenza una ripresa nella produzione degli aerei militari. Inoltre, i primi aiuti americani arrivarono tramite personale e mezzi.

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L’Inghilterra verso il periodo autunnale era riuscita a produrre una enorme flotta aerea la quale iniziò la propria controffensiva nei cieli. Ovviamente i numeri degli aerei inglesi erano inferiori a quelli dei tedeschi ma la strategia difensiva ed offensiva proposta da Dowding e Park: scegliere quando affrontare il nemico e nel frattempo mantenere una forza coerente, si rivelò efficace. Inoltre non bisogna dimenticare il vantaggio inglese nel combattere nei cieli della Madrepatria. Infatti, ogni volta che un pilota inglese dopo uno scontro si paracadutava, veniva recuperato e magari poi rimpiegato successivamente, mentre i tedeschi ogni pilota perso era un uomo in meno nella temibile macchina della Luftwaffe causando una perdita di effettivi.

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La fine della Battaglia d’Inghilterra

La ripresa britannica coincise con il lento declino della Luftwaffe. Il cambio di strategia tedesco costò a Hitler la vittoria finale contro la Gran Bretagna. Il bombardamento strategico non diede i frutti sperati anzi invece di portare l’opinione pubblica verso l’idea che la resa era meglio degli incessanti bombardamenti la spinse a stringersi verso il suo Primo Ministro Winston Churchill e verso la volontà di resistenza ad ogni costo.

La Battaglia di Inghilterra si tramutò nella prima vittoria inglese contro i tedeschi e rincuorò i soldati britannici del fatto che forse le forze dell’Asse non erano così imbattibili come si pensava precedentemente.

Da lì quel momento in poi gli inglesi iniziarono a combattere in ogni teatro bellico sicuri che una possibilità di vittoria, anche se effimera, potesse esistere.

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