Decreto Pa, sì del Senato alla fiducia, il testo torna alla Camera

Pubblicato il 5 Agosto 2014 alle 13:05 Autore: Giuseppe Spadaro

L’aula del Senato ha votato la fiducia posta dal governo sul decreto sulla Pubblica amministrazione. I voti a favore sono stati 160, 106 i contrari. Il provvedimento, che è stato modificato rispetto al testo licenziato dalla Camera, ora torna all’esame di Montecitorio. I presenti sono stati 268, mentre i votanti sono risultati pari a 266. Passa così il maxi emendamento, ovvero il testo della Camera così come modificato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato, con quattro emendamenti presentati dal Governo in materia di pensione, tra cui la cancellazione della soluzione per quota 96, i 4mila pensionamenti nella scuola, e l’abolizione dei pensionamenti d’ufficio già a 68 anni, quindi con due anni di anticipo, per professori universitari e primari. Il testo recepisce anche il parere della commissione Bilancio di palazzo Madama, che fa salve le aspettative in corso per i magistrati con incarichi nella Pa. Il provvedimento deve essere convertito entro il 23 agosto.

boschi madia su riforma pa e quota 96

Ministro Madia su ‘quota 96’ – “Nessuna marcia indietro del Governo”. E’ questa la promessa fatta dal ministro Pa, Marianna Madia, durante il suo intervento al Senato.  “Con questo provvedimento iniziamo un percorso di rinnovamento, iniziamo a invertire una tendenza, a ridare speranze a generazioni che, per molto tempo, sono state tradite. Non si sono create le condizioni per un intervento sui quota 96. Ieri il presidente del Consiglio ha detto che entro agosto ci sarà un intervento strutturale sulla scuola, all’interno del quale si affronterà il tema delle entrate degli insegnanti nella scuola, delle precarietà e del rinnovamento”.  “Non scomodiamo il Quirinale e il capo dello Stato -ha poi aggiunto Madia, replicando ai senatori dell’opposizione che hanno criticato la ‘morbidezza’ con cui gli uffici legislativi della presidenza valutano il contenuto dei decreti del governo Renzi- la firma di Napolitano è stata messa sul decreto uscito dal consiglio dei ministri e i rilievi del ministero dell’Economia sono stati fatti sulle norme introdotte nel corso del normale confronto in Parlamento. Quindi non c’è nessuna marcia indietro del governo e nessun problema -ha concluso Madia- di firma del capo dello Stato, precedente, lo ribadisco, alla discussione che si è svolta alla Camera”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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