Sondaggi politici SWG, il pessimismo degli italiani su robot e nuove tecnologie

Pubblicato il 3 Ottobre 2018 alle 15:29 Autore: Gianni Balduzzi
sondaggi politici

Sondaggi politici SWG, il pessimismo degli italiani su robot e nuove tecnologie

I robot e l’intelligenza artificiale agli italiani non piacciono molto. Questo è quanto emerge dagli ultimi tra i sondaggi politici di SWG di questa settimana.

Oltre alle domande sulle intenzioni di voto è stato chiesto al campione (1000 soggetti con metodo CATI-CAWI) un’opinione sull’impatto delle scoperte tecnologiche e dell’adozione di robot e dell’intelligenza artificiale.

Le risposte non sono confortanti.

Secondo il 72% vi sarà una crescita dei profitti per le imprese, ma per il 70% significherà anche una perdita di posti di lavoro per le persone con bassa professionalità.

È dai tempi della rivoluzione industriale che questo dibattito va avanti, e ora appare ritornare spinta dai più recenti avanzamenti della tecnologia.

Una percentuale minore, ma comunque superiore al 50% pensa che ci sarà un aumento della produttività, mentre il 62% ritiene che diminuirà la fatica fisica dei lavoratori. Due opinioni positive, comunque sposate da una proporzione minore di italiani di quella riguardante la perdita di posti.

Per il 52% ci sarà viceversa un aumento di opportunità per le persone qualificate, ma solo per il 32% un aumento del merito. E solo per il 19% cresceranno gli stipendi per chi lavora.

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Sondaggi politici SWG, nulla di buono per gli italiani dalla nuova rivoluzione industriale

Anche nella domanda sulla rivoluzione industriale le risposte appaiono simili, anzi ancora più pessimiste forse.

Il 62% pensa che questa porterà alla scomparsa dei lavori poco qualificati a favore delle macchina, per il 61% vi sarà uno strapotere delle multinazionali.

Per il 58% la concentrazione del potere sarà in mano a meno persone e i posti di lavoro saranno meno, scatenando una concorrenza maggiore di ora.

Più del 50% pensa che spariranno le piccole imprese, assorbite dalla multinazionali, aumenterà la precarietà e la spersonalizzazione.

Solo per il 32% vi sarà un effetto positivo, ovvero la diminuzione delle ore di lavoro e più tempo per se stessi.

Un panorama ampiamente negativo, che del resto conferma i sentiment che già in passato erano emersi, e che in un certo senso si sono confermati nelle urne elettorali

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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