La nuova vita di André Silva. Il Siviglia e Machin per la svolta

Pubblicato il 3 Ottobre 2018 alle 14:05 Autore: Lorenzo Annis
André Silva Siviglia

La nuova vita di André Silva. Il Siviglia e Machin per la svolta

Nell’estate del 2017 era arrivato in Italia un po’ a sorpresa.

André Silva aveva scelto il Milan e la Serie A per lanciarsi nell’élite del calcio europeo.

L’inizio dell’avventura italiana sembrava essere promettente, ma l’entusiasmo si è presto trasformato in agonia e astinenza dal gol.

E l’attaccante vive per il gol, poche chiacchiere. Concetto abbastanza chiaro per tutti.

Di questa situazione Silva ne ha sofferto parecchio, non riuscendo ad andare in gol in campionato fino addirittura allo scorso 11 marzo, dopo un’astinenza di ben tre mesi e mezzo dall’ultimo sigillo, datato 23 novembre 2017 contro l’Austria Vienna in Europa League.

Una settimana dopo altro gol, decisivo come il primo e stavolta sotto la sua curva a San Siro.

Da quel momento sembrava essere tutto preparato per un gran finale stagione. Ma così non è stato.

Un investimento importante per cui i rossoneri hanno sborsato ben 38 milioni per accaparrarselo dal Porto, trasformatosi velocemente (forse troppo) in flop.

In estate la decisione: salutare Milano e prendere casa a Siviglia.

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L’impatto di André Silva al Siviglia

L’arrivo in rossonero di Gonzalo Higuain unito all’ottima stagione appena portata a termine da Patrick Cutrone, hanno spinto André Silva a lasciare l’Italia per tentare l’avventura spagnola.

Proprio in quel Siviglia reduce da una stagione buia ma con una voglia matta di prendersi la rivalsa.

Fino ad oggi questo è avvenuto ed stato soprattutto proprio merito dell’attaccante portoghese e del suo impatto straordinario con la camiseta degli andalusi.

Sette gol in sette partite di Liga, tre all’esordio in casa del Rayo Vallecano, addirittura due nel 3-0 con cui il Siviglia ha abbattuto il Real Madrid nel turno infrasettimanale.

Nuovo idolo della tifoseria sevillista, André Silva ha voglia di continuare a stupire, lontano dall’Italia e dalla Milano rossonera, che in buona parte si sta mangiando già le mani.

L’altra invece, non vede l’ora di incassare la cifra del riscatto la prossima estate, o magari addirittura prima.

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I suoi numeri fanno riflettere.

E tra chi indica come soluzione del suo “mistero” la bontà delle difese spagnole – cosa del tutto da verificare, visti gli anni di dominio spagnolo nelle competizioni europee – c’è chi chiama in causa la premura che spesso avvolge il calcio italiano nell’etichettare come flop molti giocatori che transitano per il nostro campionato.

Anche in passato è capitato più di una volta (forse anche più di venti) che un giocatore sia passato in Italia come meteora ed esploso altrove.

Celebri casi sono quelli di Roberto Carlos, passato per l’Inter nella stagione 1995/1996 e ceduto subito dopo al Real Madrid, dove è diventato uno dei terzini più forti nella storia del calcio.

Oppure, sempre nella medesima stagione, quello di Patrick Vieira, che proprio con il Milan vinse lo scudetto scendendo in campo sole cinque volte in totale tra campionato e coppe prima di essere impacchettato e spedito all’Arsenal nella stagione seguente.

Stessa destinazione finale per Thierry Henry, che nel 1999 (da gennaio ad agosto) transitò per la Juventus.

Tutti noi sappiamo come andò a finire con tutti e tre i sopracitati, ma la lista sarebbe ancora più estesa.

Questo, però, non significa che anche André Silva seguirà le loro orme, solo il campo lo dirà, ma la perplessità generale nelle ultime settimane è davvero tanta.

E forse bisognerebbe pensare di provare a dare una seconda chance più spesso ai calciatori, specie se ancora giovani.

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L'autore: Lorenzo Annis

Nato il 1° luglio del 1996, è nel Termometro Politico dal 2017. Scrive prevalentemente di sport dividendosi tra pallone e pedali, le sue più grandi passioni sportive.
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