Sulla definizione di Leadership. Prima puntata: La Lega Nord

Pubblicato il 17 Aprile 2012 alle 18:58 Autore: Gianluca Borrelli

E se non sai nemmeno quanti soldi entrano ed escono relativamente al tuo partito vuol dire che non hai alcun controllo su ciò che conta di più.
Che importa progettare una favolosa e innovativa ricetta per una torta, e procurarsi tutti gli ingredienti e le risorse necessarie, se non si riesce poi a seguire tutte le fasi della preparazione?
Il fallimento, senza controllo delle varie fasi, è inevitabile e denota una carenza di leadership esiziale per qualsiasi tipo di struttura o organizzazione, figuriamoci per un partito politico che è una delle strutture più complesse che si possano immaginare.

Misura e controllo. Senza di questi non si gestisce nulla. Ma questa è la definizione anglosassone di “manager”.
In Italia nel linguaggio comune, anche a causa di una cattiva traduzione, il manager è visto come “colui che comanda”. In realtà il manager non è il capetto, il bullo, quello che ha il potere e ci fa quello che vuole, bensì colui che “gestisce”.
E’ fondamentalmente un gestore.
Quello che “comanda” nell’accezione nostra è il proprietario -che cmq non ha quasi mai i modi da padrone che tende ad abusare del proprio potere come sembra essere il cliché di come si immagina una persona di “potere”, che poi il desiderio recondito da parte dell’uomo ci sia, di avere un potere, uno qualunque, per poterne abusare, è evidente. Pare che sia un inevitabile effetto collaterale di progettazione ed evoluzione genetica dell’uomo, che secondo alcuni ha permesso probabilmente di arrivare dove siamo, nel bene e nel male, ma non è questo il punto al quale volevo arrivare-.

Tornando al discorso iniziale eravamo partiti con una definizione plausibile di leader come colui che sa dare le risposte e abbiamo poi capito che ne era solo una definizione parziale ed insufficiente, ma nemmeno se aggiungessimo alla capacità di dare le risposte, su ogni cosa di rilievo per il partito, il fatto che tenesse misura e controllo di tutto basterebbe, perché costui sarebbe un grande gestore (un manager se preferite) ma non sarebbe necessariamente un leader. O per lo meno non basterebbe questo per garantirgli la definizione di leader.

Che cosa manca allora a questa definizione? Oltre al fatto scontato che debba saper comunicare con coloro che vuole rappresentare e che debba catalizzare su di sé l’attenzione, anche mediatica, facendosi portatore e sintesi del messaggio comune verso coloro che non appartengono (non ancora almeno) al proprio gruppo serve qualcosa altro, qualcosa di imprescindibile e che differenzia un vero leader da un semplice comunicatore o da un gestore.

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L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
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