Elezioni Usa midterm 2018: risultati e affluenza in diretta – LIVE

Pubblicato il 7 Novembre 2018 alle 04:17 Autore: Guglielmo Sano
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Elezioni Usa midterm 2018: risultati e affluenza in diretta – LIVE

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Aggiornamento 7 novembre

I Democratici conquistano la Camera, i Repubblicani tengono il Senato; confermate le previsioni della vigilia. Nello specifico, i Dem dovrebbero passare da poco più di 190 seggi a circa 230 (maggioranza alla House fissata a quota 218). Dal canto loro il GOP scenderà a 200 deputati da 235 che ne aveva. Invece, per quanto riguarda il Senato, i Repubblicani hanno finora strappato 3 senatori ai Democratici (e c’è ancora qualche seggio in ballo). Capitolo Governatori. Le sfide più importanti – Florida e Ohio – hanno visto la conferma del GOP (già governava in entrambi gli stati). Illinois, Kansas, Maine, New Mexico, Wisconsin e Michigan passano ai Democratici. In Georgia è ancora testa a testa, con il candidato repubblicano in vantaggio.


04.30 Questa la situazione attuale per quanto riguarda Camera, Senato e Governatori nei grafici della Cnn

04.20 Alla fine ha prevalso il repubblicano Ted Cruz nel testa a testa contro il Democratico Beto O’Rourke per un seggio da senatore in Texas

04.15 Governatori. Continuano le sfide in Georgia e Florida; in vantaggio in Repubblicani al momento. I media americani hanno già assegnato ai Democratici: New York, Pennsylvania, Colorado, Rhode Island, Illinois e Kansas. Assegnati ai Repubblicani: Texas, Wyoming, Oklahoma, Arkansas, Tennessee, Alabama, South Carolina, Maryland, Massachusetts. Cambiano “casacca”, passando dal GOP ai Dem, Illinois e Kansas.

04.00 I democratici sottraggono altri seggi della Camera ai Repubblicani tra Florida e Kansas, Michigan e Minnesota; adesso gliene mancano una quindicina per conquistare la maggioranza alla House

03.55 Secondo alcuni network, il Colorado ha eletto Jared Polis come governatore, il primo uomo dichiaratamente omosessuale a ricoprire tale carica nella storia degli Usa. Invece, a New York, 15esimo distretto tra Queens e Bronx, eletta deputato Alexandra Ocasio-Ortez, classe 1989 è la più giovane donna mai sedutasi al Congresso

03.35 Dopo aver sottratto altri tre seggi ai Repubblicani tra Colorado e Pennsylvania, mancano solo 19 deputati ai Democratici per conquistare la maggioranza alla Camera

03.25 La situazione attuale per quanto riguarda Camera, Senato ed elezione dei Governatori

03.15 L’impressione generale, secondo quasi tutti i commentatori, a questo punto della serata è che i Repubblicani abbiano tenuto botta all’annunciata Blue Wave. Al contrario, i Democratici hanno finora fortemente deluso in alcuni duelli, soprattutto, per il Senato

03.10 Per conquistare la maggioranza alla Camera i Democratici dovrebbero guadagnare ancora 21 seggi.

03.00 Chiudono tutti i seggi in Arizona, Colorado, Louisiana, Minnesota, Nebraska, New Mexico, New York, Wisconsin, Wyoming. Fine delle operazioni di voto anche negli ultimi seggi di Kansas, Michigan, North Dakota, South Dakota, Texas

02.50 A parte l’indipendente Bernie Sanders, ormai certa la sua conferma al Senato, i network americani di spicco danno per sicura l’elezione di 8 senatori democratici. Nel frattempo, il GOP Braun prevale in Indiana e Scott è avanti in Florida. Cresce la suspense per il duello Cruz-O’Rourke in Texas e quello Sinema(D)-McSally(R) in Arizona

02.40 Eletta in Michigan la Dem Rashida Tlaib, è il primo deputato musulmano donna della storia Usa

02.25 Secondo FoxNews i Repubblicani hanno il 56% di possibilità di mantenere il controllo del Senato e i Democratici il 77% di conquistare la maggioranza alla Camera. Più o meno allo stesso modo Fivethirtyeight scrive che i Dem hanno 6 possibilità su 7 di conquistare la maggioranza alla Camera, il GOP 5 su 6 di mantenere il controllo del Senato

02.15 Uno dei duelli chiave di queste elezioni di Midterm in Texas tra il Democratico O’Rourke e il Repubblicano Cruz. Quest’ultimo è uno dei senatori più potenti (e meglio finanziati) del paese – ha concorso anche per la candidatura a presidente contro Trump. Tuttavia, in questo momento è in dietro all’astro nascente Dem Beto O’Rourke che per qualcuno potrebbe ambire alle prossime primarie per la Casa Bianca.

02.10 Questa la situazione per quanto riguarda Camera, Senato ed elezione dei governatori nei grafici della Cnn

02.00 Chiudono i seggi in molti stati: Alabama, Connecticut, Delaware,, Illinois, gran parte del Kansas, Maine, Maryland, Massachusetts, Mississippi, Missouri, New Jersey, Oklahoma, Pennsylvania, Rhode Island, Tennessee. Fine delle operazioni di voto anche in molte zone del Texas e del Michigan, negli ultimi seggi della Florida e del New Hampshire, in alcune contee di North Dakota e South Dakota.

01.43 Questa invece la situazione per quanto riguarda il Senato sempre nella grafica di Cnn

01.35 Questa la situazione per quanto riguarda la Camera in un grafico Cnn

01.25 Duelli per il Senato: in Indiana è ancora in vantaggio Braun (R): Kaine (D) molto vicino all’elezione in Virginia; Nelson (D) in vantaggio su Scott (R) in Florida

01.20 Primi dati per l’elezione del governatore della Georgia. Con lo spoglio ancora all’inizio, in vantaggio il repubblicano Kemp sulla democratica Adams

01.05 Oggi molti stati eleggono anche il Governatore. Primi risultati dalla Florida dove quello che potrebbe essere il primo Governatore afroamericano della storia dello stato Gillum (Democratici) è avanti rispetto al Repubblicano De Santis

01.00 Chiudono i seggi anche in Georgia e Florida

00.45 I Democratici battono un colpo in un collegio del Kentucky con la candidata McGrath che supera il Repubblicano Barr. Si profila il primo testa a testa di questa notte.

00.40 In tutti i collegi per la Camera di Indiana e Kentucky, con lo spoglio ancora all’inizio, in vantaggio i candidati repubblicani.

00.30 Spoglio ancora all’inizio in Indiana. Nello stato del VP Mike Pence si svolgendo un duello “chiave”; in ballo un seggio del Senato. Al momento, è in testa il Repubblicano Braun, insegue il Democratico Donnelly.

00.10 Siamo in diretta anche su Facebook con Gianluca Borrelli, fondatore di Tp, e l’esperto Stefano Mentana

23.50 I seggi chiuderanno per primi, intorno alla mezzanotte italiana, in Indiana e Kentucky. Importante il duello con un seggio del Senato in ballo in l’Indiana, lo stato del vicepresidente Mike Pence. Insomma, brutto segnale se dovesse prevalere il candidato democratico Joe Donnely. Poi, all’una circa, chiuderanno i seggi in Florida – dove, tra l’altro, potrebbe essere eletto il primo governatore nero – e in Georgia. All’1.30 cominceranno ad arrivare i risultati da West Virginia, Ohio e North Carolina: tutti stati che hanno votato (in qualche modo “a sorpresa”) per Trump; a seconda dei risultati si potrebbe avere già avere una panoramica del risultato finale. Alle 2 comincerà lo spoglio in molti stati tra cui Missouri e North Dakota: hanno votato in maggioranza per Trump ma gli attuali senatori sono democratici. Dopo le 3 – quando chiuderanno i seggi in Arizona e in Texas – dovrebbe essere abbastanza chiaro se i democratici abbiano la possibilità di conquistare la maggioranza alla Camera. Infine, alle 4 – chiuderanno i seggi in Iowa e Nevada – dovrebbe essere chiaro se i Repubblicani manterranno o meno il controllo del Senato.

23.45 I primi exit poll arriveranno dopo la mezzanotte. Oltre alle “tradizionali” proiezioni di Edison saranno disponibili anche quelle di Fox News e Associated Press. Andranno utilizzati con cautela; nel 2016, per le ultime Presidenziali si sono rivelati errati.


Gli elettori statunitensi chiamati a votare per il rinnovo – parziale – del Congresso. Infatti, le elezioni di  metà mandato servono a eleggere tutti i 435 membri della Camera dei Rappresentanti (uno per ciascun collegio in cui sono divisi gli Usa) e 35 senatori, cioè un terzo del Senato (100 membri, due per ogni stato). Al momento, sia la Camera che il Senato sono a maggioranza repubblicana. Inoltre, diversi stati eleggeranno il proprio governatore.

Elezioni Usa midterm: quando avvengono

Le elezioni di midterm si tengono ogni 2 anni, due anni dopo le precedenti presidenziali. Per questo motivo sono definite un referendum sul Presidente di volta in volta in carica. Dopo tale lasso di tempo, la “luna di miele” tra l’elettorato e l’inquilino della Casa Bianca spesso è già finito: insomma, nel bene e nel male, le riforme attuate cominciano a mostrare i propri effetti e, di solito, il partito di opposizione ha recuperato le forze dopo la sconfitta. Ciò chiarisce perché, almeno nelle tornate più recenti, capita di rado che il partito del Presidente guadagni dei seggi. Detto ciò, non sempre un mancato guadagno di seggi del partito presidenziale corrisponde alla perdita della maggioranza in favore del partito di opposizione.

Elezioni Usa midterm 2018: come si arriva al voto

Al momento, i Repubblicani occupano 235 seggi alla Camera mentre i Democratici ne hanno soltanto 193 quando la maggioranza è fissata a quota 218 deputati (7 posti sono attualmente vacanti). Anche il Senato è controllato dai Repubblicani che possono contare su 51 senatori; invece, i Democratici siedono su solo 47 scranni (anche se 2 senatori Indipendenti votano, in pratica sempre, in linea con loro). Secondo i sondaggi più recenti ci sono buone possibilità – ma nessuna certezza, anzi – per i Democratici di conquistare la maggioranza alla Camera. È il voto al Senato a riservare le maggiori incognite per questi ultimi che dovranno “difendere” ben 26 seggi in palio sui 35 totali (i Repubblicani solo 9). Secondo gli esperti, allo stato dei fatti, i seggi “sicuri” per i Repubblicani sono 48, solo 36 quelli “sicuri” per i Democratici.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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