Reddito di cittadinanza e lavoro in nero: come prenderlo lo stesso

Pubblicato il 24 Gennaio 2019 alle 06:20 Autore: Daniele Sforza

Il reddito di cittadinanza è stato pensato per aiutare i cittadini più poveri e per creare occupazione. E se invece favorisse il lavoro in nero?

Reddito di cittadinanza e lavoro in nero
Reddito di cittadinanza e lavoro in nero: come prenderlo lo stesso

Reddito di cittadinanza per chi lavora in nero


Il reddito di cittadinanza è una misura chiave del programma politico del Movimento 5 Stelle. La misura è stata pensata per aiutare i cittadini in difficoltà economiche, ma anche per creare posti di lavoro e quindi incentivare nuova occupazione. Tutto passerà per la riforma dei centri per l’impiego, mentre il beneficio economico decadrà qualora il soggetto che lo percepisce dovesse rifiutare 3 proposte di lavoro retribuite equamente e distanti meno di 50 km dalla propria abitazione.

La misura risulta piuttosto dispendiosa e ha subito diverse critiche dai contestatori, proprio per la sua natura assistenzialista. Invece di tagliare le tasse alle imprese, si preferisce “nutrire” i cittadini con un intervento di assistenza economica più ampio rispetto al già presente reddito di inclusione, il pensiero comune degli oppositori. Ma è anche, in senso lato, l’opinione di Unimpresa. Tramite il suo Centro Studi, l’ Unione nazionale di impresa ha elaborato un’indagine molto interessante dalla quale sono scaturite diverse crepe alla misura.

Il reddito di cittadinanza incentiverà il lavoro in nero?

In un comunicato stampa che rende pubblico un sondaggio a campione effettuato su oltre 100 mila aziende associate, vengono segnalati diversi rischi che l’istituzione del reddito di cittadinanza potrebbe provocare. Il pensiero, infatti, va immediatamente all’incentivazione al lavoro in nero, piuttosto che a una nuova occupazione regolamentata. “Chi ha un reddito mensile inferiore a 1.000 euro potrebbe infatti accettare di buon grado il licenziamento da parte del datore di lavoro”, scrive Unimpresa. E di conseguenza “percepire il reddito di cittadinanza (che assegna una paga mensile fino a 780 euro), continuare a lavorare con un salario in nero e più contenuto rispetto a quello regolare”.

Questo meccanismo porterebbe dei vantaggi considerevoli ai lavoratori. I quali andrebbero a percepire somme superiori rispetto alla precedente occupazione, con il reddito di cittadinanza fino a 780 euro e un’integrazione salariale “in nero” per il lavoro che si continua a svolgere. Ma le condizioni sarebbero favorevoli anche per i datori di lavoro. Infatti, questi ultimi continuerebbero ad avere la stessa garanzia lavorativa, ma risparmiando in modo notevole sul costo del lavoro. Secondo l’indagine, i settori del commercio, così come del turismo, dei servizi di manutenzione e quello agricolo sarebbero quelli più “a rischio” in tal senso. Lo stesso dicasi per alcune tipologie di lavoro, tra tutte il part-time con retribuzione sotto i 1.000 euro al mese.

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Reddito di cittadinanza: Unimpresa, “ Meglio tagliare i costi a carico delle imprese”

Questo scenario andrebbe così a contraddire i principi (sulla carta) del reddito di cittadinanza, andando invece a innescare un vero e proprio “boom del lavoro nero”, con conseguenze di “casi di frode a danno della finanza pubblica”. I casi di violazione normativa, secondo il Centro Studi di Unimpresa, potrebbero essere più frequenti al Sud. “Per creare nuova occupazione occorre tagliare il cuneo fiscale e i costi a carico delle imprese”, ha dichiarato il presidente di Unimpresa Giovanna Ferrara. “Tuttavia ci rendiamo conto che si tratterebbe di interventi poco spendibili sul piano elettorale e non remunerativi in termini di voti”.

Nonostante la base su cui si pone il reddito di cittadinanza risulti condivisibile, soprattutto nell’ottica di migliorare la situazione reddituale e professionale dei cittadini, è sempre preferibile valutare attentamente l’applicabilità delle nuove leggi, ma anche la loro contestualizzazione nella realtà italiana. “È evidente che le distorsioni sono facilissime e a portata di mano, meglio dirselo subito”, la chiosa.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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