Verso il Pallone d’Oro 2018: Marcelo, l’ultimo trascinatore del Real Madrid

Pubblicato il 27 Novembre 2018 alle 17:30 Autore: Veronica Guariso
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Verso il Pallone d’Oro 2018: Marcelo, l’ultimo trascinatore del Real Madrid

È solo la seconda candidatura per Marcelo al Pallone d’Oro.

La prima è stata nel 2017, quando si è qualificato 16°, mentre quest’anno non è tra i favoriti. Difficile per lui aggiudicarsi il premio, nonostante la sua importanza nelle vittorie madridiste.

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Verso il Pallone d’Oro 2018: l’ultima stagione di Marcelo

È da qualche anno ormai che Marcelo, terzino classe ’88, è stato confermato come perno per i blancos e, anche se con Cristiano Ronaldo alla Juventus non è più la stessa cosa, resta vitale per impedire il declino totale del Real Madrid. Il terzino sinistro infatti, talentuoso nei dribbling ma anche a livello offensivo, è probabilmente il migliore nel suo ruolo, e non sono in pochi a volerlo in rosa.

Per ora resta però fedele al Real Madrid, con il quale ha totalizzato 43 presenze e 5 reti totali nella stagione 2017-2018: sono 28 le partite giocate e 2 le reti realizzate in campionato, mentre in Champions 11 match e 3 reti per lui; nelle altre coppe 5 presenze ma nessun gol. Un’ottima media per lui quindi, che lo ha reso insostituibile ma soprattutto sempre più determinante.

Con il Real ha infatti vinto la Champions, la Supercoppa di Spagna, la Supercoppa UEFA e la Coppa del Mondo per club. Meno proficuo è stato invece il campionato, con un misero 3° posto, che ha imbruttito il palmares, assieme alla Copa del Rey.

La stagione corrente è andata peggio del previsto con l’addio di CR7, ma Marcelo resta uno dei pochi trascinatori che riescono a mantenere la dignità del club. È infatti a 10 partite giocate e 3 reti, un buon traguardo per lui che deve farsi carico di molte più cose ormai.

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Verso il Pallone d’Oro 2018: la carriera di Marcelo

Marcelo è arrivato al Real Madrid nel 2007, ma la sua vita non è sempre stata rose e fiori. Il brasiliano ha infatti origini poverissime ed ha cominciato a giocare a livello professionistico solo nel 2005 nella Fulminense, dove alle spalle aveva 3 anni di giovanili. La sua prima stagione in prima squadra lo ha visto protagonista con 29 presenze e 4 gol.

Non è perciò passato inosservato ed ha raggiunto il salto di qualità tanto ambito: il Real lo ha acquistato per 6.5 milioni nel gennaio del 2007, ma l’inizio non è stato dei migliori. Ha infatti perso il match d’esordio contro il Deportivo La Coruña, ed anche il primo da titolare, ma Schuster, capendo quali doti avesse, lo ha valorizzato e gli ha permesso di farsi strada, fino a diventare ciò che è oggi. Con i merengues è per ora a 461 partite e 34 gol, un traguardo notevole per il terzino brasiliano.

La Nazionale invece gli vale 6 reti in 56 presenze, con l’ultima partita risalente al Mondiale di Russia ed è dei Quarti di Finale contro il Belgio, vittorioso per 1-2. Tra i requisiti del Pallone d’Oro ci sono il palmares e la carriera, e lui sicuramente è uno di quelli che li hanno più ricchi, anche se poco variegati, vista la sua lealtà verso il Real Madrid.

Ha infatti vinto 4 Champions, 4 campionati spagnoli, 2 Coppe del Re, 3 Supercoppe di Spagna, 4 Mondiali per club e 3 Supercoppe UEFA per quanto riguarda i blancos.

La Nazionale gli è fruttata 1 Confederations Cup nel 2013. Non sarà tra i primi in lista, ma sicuramente ha una carriera invidiabile, ancora più apprezzabile dato il comportamento da vero campione.

Un giocatore come pochi altri, forse come nessuno, ma che tutti vorrebbero essere.

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L'autore: Veronica Guariso

Nata a Torino il 22 giugno del 1997, lavora per Termometro Politico da luglio 2017. Scrive principalmente di calcio e motori, due mondi che la affascinano sin da quando era bambina.
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