Effetto Ecofin: anche i Comuni si preoccupano dei derivati (tossici?)

Pubblicato il 6 Maggio 2009 alle 16:09 Autore: Redazione
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I derivati tossici (o meglio, alcuni derivati che lo sono diventati a posteriori) sono tra i maggiori responsabili della crisi finanziaria attuale in parallelo ad assurde regole per mantenere sotto controllo la liquidità del e nel mercato globale.  Parliamo qui di una Liquidity Policy, che possa razionalizzare in modo coerente i 3 maggiori rischi ad essa legata, quali

  1. Portfolio Liquidity Risk
  2. Market Liquidity Risk
  3. Systemic Liquidity Risk

Molti di voi avranno certamente sentito parlare di Lehman Brothers, AIG, Fannie Mae e Freddie Mac: tutte queste società sono state, in un modo o nell’altro, colpite e devastate in ultima sostanza, da alcune tipologie di derivati, gli swap di credito in relazione al rischio di default. Un esempio per chiarire: una società A – una banca solitamente – concede un prestito ad una società C. C’è il pericolo che C vada in default (bancarotta per es.) e non possa restituire il prestito. Allorchè A, per tutelarsi, stipula un’assicurazione con B, a cui pagherà un premium secondo scadenze concordate (si pensa ora di far pagare il premium tutto in una volta sola ndr). Fin qui, nulla di particolarmente assurdo o maligno: il problema è che non si è tenuto conto che lo stesso A può rischiare il default (Lehaman per es.) e quindi tutto il sistema CDS (Credit Default Swap) così strutturato crolla, mettendo nei guai C – un istituto (re)assicurativo per es. Può anche succedere che sia B ad andare in bancarotta. Insomma, i CDS sono un vero incubo se trattati a dovere (cosa che nessuno o pochi hanno fatto, perchè l’avidità porta a ragionare con i piedi, non con la testa).

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