Pensioni ultima ora: Quota 100 Lega non va “si torna al passato”

Pubblicato il 19 Dicembre 2018 alle 16:36 Autore: Giuseppe Spadaro
Pensioni ultima ora Quota 100 Lega non va si torna al passato
Pensioni ultima ora: Quota 100 Lega non va “si torna al passato”

Pensioni ultima ora: in attesa che a breve la riforma diventi realtà non si placa la discussione. Questa volta ad intervenire è Alberto Brambilla, esperto di materia previdenziale ritenuto vicino alle posizioni della Lega. Il Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla, in predicato di guidare l’Inps nel dopo Boeri, non ha esitato a criticare l’impostazione delle misure annunciate del Governo. Non si tratta delle sue prime esternazioni in materia, perché già nelle scorse settimane Brambilla ha più volte espresso perplessità rispetto a provvedimenti annunciati dall’esecutivo. Per fare un esempio secondo l’economista il principio auspicato del ricambio generazionale secondo cui per ogni lavoratore che andrà in pensione un giovane troverà lavoro è abbastanza difficile da realizzare.

Pensioni ultima ora, Brambilla su riforma Quota 100: ritorno al passato

Nel merito questa volta Brambilla ha speso parole negative sull’impianto della riforma. Intervistato da Tv2000 ha dichiarato: “la riforma delle pensioni così come è impostata è un ritorno a un passato che francamente auspicavo non ci fosse”.

Brambilla si è soffermato su alcuni meccanismi che dovrebbero essere previsti in Quota 100 come il sistema delle finestre per ritardare l’accesso alla pensione e il divieto di cumulo ha parato di ritorno al passato. “Sia il divieto di cumulo sia le finestre sono cose che abbiamo già visto negli anni passati, ci abbiamo messo dieci anni per eliminarli. La riforma Monti-Fornero ha bloccato tante persone. Oggi abbiamo persone che hanno raggiunto quota 108 che sono bloccate, alcuni anche da 5 anni”.

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Pensioni ultima ora, Brambilla: sbagliato divieto di cumulo e finestre

Nel suo intervento ha pure chiarito come, a suo avviso, si sarebbe dovuto intervenire. “Se si fosse dovuta destrutturare la riforma Monti-Fornero, sapendo che le domande il prossimo anno saranno 300 mila, io avrei prima mandato in pensione quelli che hanno raggiunto quota 106-107-108 poi tre mesi dopo quelli con quota 105 ma senza imporre il divieto di cumulo e senza imporre finestre facendo uno sviluppo organico”. Infine una stoccata e forse un implicito invito a seguire la strada da lui indicata. “La legge però non è ancora scritta, la stiamo aspettando”.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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