Crisi economica: a che punto siamo. Di Gobettiano

Pubblicato il 4 Settembre 2009 alle 18:14 Autore: Redazione
sondaggio sulla crisi

L’economia mondiale insomma pur essendo cessati i cali drastici del PIL non è fuori dalla fase di difficoltà e non lo è a livello globale il che potrebbe introdurre il tema del ‘decoupling’che ci porterebbe forse troppo lontano. Ma finiti i crolli, peggiora la disoccupazione.

Guardando alle vicende di casa nostra, Quanto alle banche, non si può certo sostenere che il sistema stia facendo il massimo come lo stesso Governatore Draghi ha osservato ma non va neppure sottovalutato che ogni banca ha il sacrosanto diritto ed il dovere nei confronti degli azionisti e del paese di effettuare le confacenti attività istruttorie preliminari a richieste di fido, rinnovi, ampliamenti e quant’altro. Ogni incaglio, ogni insolvenza verificatasi o ragionevolmente prevedibile, impone che vengano costituiti degli accantonamenti finalizzati ad ammortizzare le perdite su crediti che dovessero consuntivarsiancando ad incidere su redditività e patrimonio.

Per il resto è del tutto ragionevole pensare che accada, magari in misura diversa, l’aumento della disoccupazione. E’ un effetto ritardato degli effetti delle cadute del PIL ed in Italia ritardato anche per i benefici della struttura sociale e delle tradizioni del paese. Si tratta di una preoccupazione espressa in varie sedi in sede confindustriale e di Centri Studi e motivata, per l’appunto, dagli scenari economici di cui fin qui. Torna, quindi, a riproporsi con prepotenza il tema degli ammortizzatori sociali che, data la composizione attuale del mercato del lavoro, ha mostrato parecchi limiti lasciando fuori da tutele un cospicuo numero di lavoratori pur considerata la cassa integrazione in deroga ed ogni altro strumento messo in campo.

Un’ultima notazione si impone. L’ISTAT oltre a certificare cali nei consumi interrotti dal piccolo rialzo di Agosto a conferma di quanto espresso dalle organizzazioni del commercio, ha recentissimamente emesso un comunicato sulla diminuzione dei prezzi alla produzione pari a ben il 7,5% rispetto al Luglio 2008. Non è un buon segno in ogni caso. Peggiore leggere che la medesima ISTAT ha segnalato un’inflazione che dopo lo zero di Luglio, è in crescita dello 0,4% ad Agosto. L’incremento sarebbe dovuto ai prezzi dei carburanti ed energetici ed ai prezzi dei servizi. Mettendo insieme il dato con la media dell’inflazione dell’€urozona che si attesta al-0,2% abbiamo l’immediata percezione della diversità nell’elasticità e nell’efficienza del sistema dei prezzi italiano rispetto a quelli europei. Le diversità sono dovute soprattutto alla molto maggiore apertura dei mercati europei rispetto al nostro, alla maggior concorrenza ed alla maggiore libertà dei mercati. Le riflessioni, i dibattiti, gli studi, le analisi in tema si sprecano. Come efficace contributo al contrasto della crisi, forse sarebbe utile passare alla realtà concretandoalmeno qualcuno degli interventi che da troppo tempo il paese attende.

di Gobettiano ed il suo omonimo Blog su “LaStampa.it”.

 

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