PIL del benessere e l’incombere del PIL

Pubblicato il 25 Settembre 2009 alle 20:28 Autore: Luigi Zoppoli
economia

Non si tratta di un ragionamento allarmistico o ‘disfattita’. Solo razionale. Suscita pertanto sorpresa  la eccessiva riluttanza del governo ad intraprendere riforme pure indifferibili e preziose. Politicamente nessuno potrebbe attribuire al governo responsabilità per la crisi o per lo stato delle pubbliche finanze, ma per la gestione della crisi e per quanto attiene alla preparazione del paese all’uscita dalla crisi, la responsabilità politica e sostanziale è del governo e non di altri.

Temo che la situazione stia peggiorando ma una via d’uscita solida e credibile deve essere trovata e credo di identificarla nel coinvolgimento e nella coesione di tutto il paese intorno ad un obiettivo che è indiscutibilmente comune: il futuro dell’Italia. Predisporre tagli di spese, di ristrutturazione delle finanze, preparare ed attuare riforme incisive e liberalizzazioni dovrebbero essere elementi di un piano a medio-lungo termine scadenzato anche in forza di legge intorno al quale garantirsi l’appoggio dell’intero Parlamento opposizione compresa e presentato in maniera trasparente ai cittadini chiedendone l’appoggio ed il supporto. La chiamata a raccolta ha dei saldi precedenti e denoterebbe trasparenza e credibilità dell’azione politica e sarebbe propria  di uno Stato, di un  governo credibile, responsabile, coraggioso ed avveduto. E, soprattutto, sancirebbe un nuovo inizio della politica che nei termini nei quali oggi si svolge, non importa a chi serve ma è certamente devastante per tutti quanti i cittadini.

 di Gobettiano ed il suo omonimo Blog su “LaStampa.it”.

A livello accademico e culturale è un tema assai intrigante e forse presenta degli aspetti di fondatezza che varrebbe la pena indagare. In questo frattempo però sarebbe il caso di non dimenticarsi del PIL in senso classico la cui caduta è fonte e sarà fonte di conseguenze piuttosto pesanti.