Decreto flussi 2019: colf e badanti, in cosa consiste e domanda

Pubblicato il 11 Febbraio 2019 alle 12:50 Autore: Valentjna Juric

quali saranno le quote previste e le problematiche derivanti dalle necessità del paese. Dal 2011 non ci sono state più regolarizzazioni

Decreto flussi 2019 colf e badanti, in cosa consiste e domanda
Decreto flussi 2019: colf e badanti, in cosa consiste e domanda

Se si rispettano le tempistiche degli anni precedenti, non dovrebbe mancare molto alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto flussi 2019. Si aspetta l’assenso degli Uffici di gabinetto dei Ministeri competenti,  oltre alla firma del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Cosa prevede il decreto flussi

Stabilendo le quote massime di stranieri non comunitari che possono fare ingresso nel nostro paese come lavoratori subordinati, il decreto flussi svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dei flussi migratori.
Il panorama dei paesi di provenienza è diversificato e i migranti economici ai quali il nostro paese apre le porte provengono per lo più da Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea del Sud, Filippine e Gambia.È assai probabile che per quest’anno non si supererà la quota dei 30.850 lavoratori stranieri prevista dal decreto flussi 2018. Matteo Salvini ha infatti recentemente ribadito che un aumento dei numeri non è in programma. Si consideri, infatti, che nel 2018 non sono state nemmeno utilizzate tutte le quote a disposizione.

Si parla di numeri molto inferiori rispetto a quelli degli anni precedenti. Se le quote più alte erano state previste sotto il governo Prodi (si era arrivati ai 170.000 ingressi), anche le politiche successive del centrodestra erano state molto permissive, tanto che nel 2011 si era arrivati ad una quota di 100.000 lavoratori non comunitari e nel 2008 addirittura di 150.000.

Il problema delle quote per colf e badanti

Si chiede maggior elasticità nella distribuzione delle quote. Si ricordino le dichiarazioni dello scorso anno di Tito Boeri (ancora per pochi giorni presidente dell’INPS), quando descriveva l’importanza dei contributi versati dai lavoratori stranieri per il nostro sistema pensionistico.

Il problema riguarda soprattutto quella categoria di lavoratori (spesso lavoratrici) che si occupano della cura e assistenza degli anziani. Categoria spesso trascurata nei precedenti decreti flussi, che si sono occupati soprattutto di quote per il settore turistico-alberghiero e agricolo.

Se, come si prevede, il decreto flussi 2019 non invertirà il precedente trend, la quota di stranieri che potrà accedere al badantato sarà molto ristretta anche quest’anno.

Le problematiche e il decreto flussi

Marco Impagliazzo della comunità di Sant’Egidio, ritiene che ciò sia fonte di non pochi problemi; considerando che gli anziani che vivono da soli in Italia sono attualmente circa 3,8 milioni (33% del totale).

Questione sollevata dall’onorevole Noja (Pd) in un’interrogazione parlamentare di novembre al Ministro Salvini. Il mutamento sociale e culturale degli ultimi anni ha portato ad un aumento progressivo del numero di anziani soli che necessitano di cure. Da qui la necessità di badanti, colf e assistenti che si occupino di queste persone. Categorie di lavoratori che provengono per lo più dall’Est-Europa o da paesi in via di sviluppo.
Considerando che dal 2011 non ci sono state più regolarizzazionipiù regolarizzazioni,più regolarizzazionipiù regolarizzazionipiù regolarizzazioni sono sempre meno le badanti disposte a venire a lavorare nel nostro paese. Qui vengono assorbite nel vortice del lavoro in nero e dell’irregolarità, con tutti i problemi che ne conseguono.

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