Bolletta Recesso Wind da 45 euro: come avviare una contestazione

Pubblicato il 13 Febbraio 2019 alle 11:52 Autore: Guglielmo Sano

Recesso Wind: in questi giorni la stampa specializzata si sta occupando del caso di una lettrice che si è vista addebitare una somma “sospetta”

Bolletta Recesso Wind da 45 euro: come avviare una contestazione
Bolletta Recesso Wind da 45 euro: come avviare una contestazione

In questi giorni la stampa specializzata si sta occupando del caso di una lettrice che si è vista addebitare una somma “sospetta” dopo essere passata recentemente da Wind a Vodafone.

Recesso Wind: il recesso da offerte e promozioni

Il caso segnalato prontamente dalla rivista Il Salvagente; in pratica, a un mese dal recesso da Wind, di cui era cliente sin dal 2015, una consumatrice si è vista recapitare una bolletta da 45 euro per “contributo di attivazione per recesso da offerta in promo”. A questo punto, pagare o non pagare? Al di là della questione, però, resta poco chiaro perché dopo la cessazione del rapporto con Wind, la lettrice si sia vista recapitare una bolletta comunque onerosa.

Gli esperti interrogati dalla rivista ritengono che una spiegazione plausibile per l’importo della fattura sia che, dal 2015 in poi, siano state attivate sulla sim della lettrice diverse promozioni senza che lei lo sapesse. L’attivazione di queste promozioni, una volta richiesta la cessazione del rapporto con l’operatore, ha determinato l’addebito della cifra.

Recesso Wind: il problema degli oneri nascosti

Infatti, ancora oggi, è ben lontana dall’essere risolta la questione degli oneri “nascosti” per i clienti degli operatori telefonici; ciò nonostante diversi interventi del Garante per le Telecomunicazioni abbiano provato a porre regole più stringenti in merito. Come si evince dal caso sopraccitato, gli operatori hanno un notevole margine di manovra nell’attivazione di servizi, promozioni e offerte a pagamento; attivazione che in molti avviene senza che, di fatto, il cliente ne sia informato.

Invece, sarebbe fondamentale che la possibilità di vedersi attivate, e successivamente addebitate, offerte e promozioni fosse scritta sul contratto con l’operatore. D’altra parte, ogni consumatore che ritiene di aver subito un addebito illegittimo può avviare una contestazione nei confronti dell’operatore stesso; in questa evenienza, il cliente non è tenuto a pagare l’addebito fino alla decisione definitiva sulla sua pratica.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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