Assegno di invalidità e malattie meno comuni, con quali si ha

Pubblicato il 21 Febbraio 2019 alle 11:08 Autore: Daniele Sforza

Assegno di invalidità civile e malattie rare: a che punto siamo? E quali sono le patologie meno conosciute che vengono riconosciute? Rispondiamo.

Assegno di invalidità e malattie meno comuni, con quali si ha
Assegno di invalidità e malattie meno comuni, con quali si ha

Chi è affetto da patologie rare e malattie meno comuni può comunque non avere diritto all’assegno di invalidità. Vuoi perché la patologia da cui il soggetto è affetto non compare nella tabella ministeriale, oppure perché la commissione medica specializzata a effettuare gli accertamenti non la riconosce come tale. Ma quali sono le malattie meno comuni riconosciute per ottenere l’assegno di invalidità civile? Andiamo a rispondere, riepilogando un po’ di informazioni utili.

Assegno di invalidità civile: quando si ottiene

L’invalidità civile deve essere riconosciuta da apposita commissione medica, che valuterà anche la percentuale dell’invalidità stessa. A ogni percentuale vengono associati alcuni benefici, non necessariamente di natura economica. I benefici più importanti, come l’esenzione dal ticket, si ottengono solo se il soggetto ha una capacità lavorativa ridotta per 2/3. L’invalidità civile si basa infatti su alcuni deficit di cui è colpito il soggetto, che riguardi una minorazione congenita o acquisita a livello fisico, psichico o sensoriale.

Sono considerati invalidi civili i cittadini nella fascia di età compresa tra 18 e 65 anni con le minorazioni di cui sopra e con insufficienze funzionali che influiscono sulla capacità lavorativa. Per gli under 18 e gli over 65 l’invalidità civile influisce invece sugli atti della vita quotidiana e sulle pratiche consone per le loro età. Tra gli invalidi civili figurano anche i non vedenti e i sordi. Non sono invece considerati invalidi civili gli invalidi di guerra, di lavoro (dipendenti privati) o di servizio (dipendenti pubblici).

Assegno di invalidità: le percentuali e i benefici

Come abbiamo scritto in precedenza, una specifica commissione medica è incaricata di accertare la sussistenza di invalidità, determinandola anche in percentuali. Il limite per ricevere le agevolazioni previste dalla legge è il 33%, che corrisponde a una riduzione della capacità lavorativa di 1/3. Per ottenere l’assegno di invalidità civile, invece, bisogna vere una percentuale pari o superiore al 75%, perché comporta una riduzione della capacità lavorativa di 2/3. Ecco una sintetica tabella delle percentuali di invalidità e dei benefici a esse associati.

  • Inferiore al 34%: non invalido;
  • 34-45%: concessione gratuita di ausili e protesi;
  • 46-50%: iscrizione al collocamento mirato;
  • 51-66%: diritto al congedo straordinario per cure, laddove previsto dal CCNL;
  • 67-74%: esenzione parziale ticket per visite specialistiche, diagnostica strumentale ed esami;
  • 74-99%: assegno mensile di invalidità civile;
  • 100%: pensione di inabilità. Più eventuale indennità di accompagnamento se il soggetto è incapace di deambulare.  

Assegno di invalidità e malattie rare: quali sono

Cosa s’intende per malattie rare? Quelle che colpiscono lo 0,05% della popolazione, vale a dire 5 persone su 10.000. Stando ai dati più recenti, le malattie rare conosciute sono circa 8 mila, ma ce ne sono ancora molte che sono ignote e che quindi non vengono riconosciute. Non è un caso che il 33% di chi soffre di queste patologie non ha una diagnosi relativa alla malattia di cui soffre. E senza diagnosi è pressoché impossibile accedere ai benefici previsti dalla normativa.

Per dare uno sguardo più approfondito e istruttivo alle malattie rare e consultare la tabella delle nuove malattie rare esenti da ticket vi rimandiamo a questa guida di Omar e Orphanet Italia, scaricabile in pdf.

Assegno di invalidità, malattie rare e costi: le ultime novità

Recentemente è stato organizzato un convegno al MoMeC di Romacondotto dal EEHTA del CEIS dell’Università di Tor Vergata. Il focus era sui costi sociali delle malattie rare e si è evidenziato come dal 2009 al 2015 le spese sostenute sono state in media di 13,5 milioni di euro annui, con un aumento medio annuo dei costi del 3%. Ciò per quanto riguarda gli assegni di invalidità. Per le pensioni di inabilità, invece, il costo è stato in media di 10,5 milioni di euro annui, con un incremento medio del 6,7% annuo. Al tempo stesso, per ciò che concerne i tumori rari le spese sono state in media di 42,6 milioni di euro annui (per gli assegni di invalidità, +4,7%) e di 15,2 milioni di euro annui (per le pensioni di inabilità, +2,9%).

Come riporta Affaritaliani, l’analisi finale ha decretato che una diagnosi tempestiva dei tumori rari sta riducendo il numero e i costi delle pensioni di inabilità, anche perché una diagnosi ritardata delle malattie rare va a influire su un incremento dell’inabilità, con conseguenze importanti sui costi. Applaude alla ricerca il sottosegretario alle Politiche Sociali Claudio Durigon. “Ricerche come quelle presentate oggi sono importantissime, perché mettono a disposizione dei decisori politici dati rilevanti per la valutazione dei costi sociali” ha recentemente affermato.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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