Mirabelli torna a parlare di Milan: “Orgoglioso di aver messo le basi”

Pubblicato il 9 Marzo 2019 alle 14:59 Autore: Lorenzo Annis
Mirabelli torna a parlare di Milan Orgoglioso di aver messo le basi
Mirabelli torna a parlare di Milan: “Orgoglioso di aver messo le basi”

L’ex direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli, da quando è uscito dalla società rossonera con il passaggio alla nuova proprietà, ha parlato diverse volte del suo trascorso in rossonero.

E spesso è capitato che con le sue parole scatenasse reazioni differenti agli occhi dei tifosi rossoneri. Oggi ha rilasciato una nuova intervista, stavolta a Radio Deejay, nella quale ha parlato a tutto tondo del suo passato recente al Milan, sotto la gestione di Yonghong Li, ma anche di Inter.

Le ultime parole di Mirabelli sul passato al Milan

Massimiliano Mirabelli, nonostante le limitazioni economiche avute, si è detto soddisfatto del lavoro fatto sul mercato al Milan: “Per quanto mi riguarda sono orgoglioso per aver messo una base su cui il Milan sta lavorando bene adesso. Quando fai un mercato bisogna fare il saldo. Noi abbiamo venduto per 60-70 milioni, senza toglierci i campioni. Abbiamo venduto Niang, Lapadula, tutte cose piccoline che ci hanno fatto guadagnare. Abbiamo fatto un saldo passivo di 160-170 milioni, ma c’è stato un ringiovanimento della rosa acquistando undici calciatori“.

Si è poi soffermato su Rino Gattuso, sua intuizione quando lo volle nella panchina della prima squadra nel novembre 2017, svelando un curioso retroscena: “Nessuno di voi si aspettava questi risultati da Gattuso. Quando ci sono delle responsabilità, come le avevo io al Milan dove mi giocavo qualcosa di importante, non è facile. All’epoca i cinesi mi dissero prendi chi vuoi. Io potevo prendere chiunque, quando dissi il nome di Rino anche loro stavano per svenire. Non l’ho preso per una questione di amicizia, la sua grande qualità è l’umiltà. Impara tanto, si circonda di tanti collaboratori bravi“.

Mirabelli ha anche un passato nell’altra sponda di Milano, quella nerazzurra. Ed era presente quando si decise di dare la fascia a Mauro Icardi: “C’ero anche io quando Mancini gli diede la fascia. Secondo me fu una cosa intelligente: era e rimane un grandissimo talento. Per diventare campione poi devi esserlo anche nella vita. Mancini diceva non partecipasse all’azione, ma ha grandi qualità: può fare il capitano, è un ragazzo d’oro. L’unico errore è stato quello di affidarsi alla moglie: ha troppi ruoli e poi fa confusione“.

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L'autore: Lorenzo Annis

Nato il 1° luglio del 1996, è nel Termometro Politico dal 2017. Scrive prevalentemente di sport dividendosi tra pallone e pedali, le sue più grandi passioni sportive.
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