Programma Verdi elezioni europee 2019: tutti i punti

Pubblicato il 9 Maggio 2019 alle 16:50 Autore: Alessandro Faggiano

Programma Verdi elezioni europee 2019: tutti i punti. Si comincia dall’economia, passando per diritti sociali, civili, femminismo e riforma dell’UE.

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Programma Verdi elezioni europee 2019: tutti i punti

Mancano poco più di due settimane alla tornata elettorale più importante dell’anno. Le elezioni che ridisegneranno la composizione del Parlamento europeo possono marcare un punto d’inflessione e, consci della gran rilevanza dell’appuntamento, tutte le forze politiche in gioco concentrano i propri sforzi nel rush di campagna.

Qui, vi parliamo del programma dei verdi, probabilmente uno dei gruppi più discussi al giorno d’oggi – insieme a quello dell’EFDD – per mettere al centro della propria azione politica la tutela dell’ambiente e la lotta al cambio climatico. Tra gli esponenti italiani più conosciuti che si presenterà tra le file dei verdi troviamo Giuseppe Civati, ex segretario di Possibile.

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Ecco i punti cardine del programma dei verdi per le elezioni europee 2019

Come affermato pocanzi, tutto ruota attorno alla sostenibilità medioambientale e alla lotta al cambio climatico. In termini economici, si sostiene fortemente l’idea dell’economia circolare, che prevede un riutilizzo delle risorse e, in generale, una riduzione del consumo (“con intelligenza e moderazione”).

Nel contesto di una modifica al modello produttivo, si incide sulle coltivazioni e allevamenti. Riprendendo testualmente dalla pagina ufficilae dei verdi: “vogliamo riformare la Politica agricola comune europea per passare dall’agricoltura industriale e gli organismi geneticamente modificati (OGM) a forme di agricoltura sostenibile, come le soluzioni biologiche e agro-ecologiche.” Si insiste anche sulla lotta contro la pesca illegale, che produce danni all’ecosistema e fauna marina. Il tutto va inserito all’interno di un quadro normativo più ferreo, che inasprisca le pene e funga da deterrente. “Alla base dell’azione per la sostenibilità vi è il rafforzamento della legislazione ambientale e una sua migliore applicazione a tutti i livelli, comprese azioni legali contro coloro che la violano”.

Altro punto cardine del programma dei Verdi per il sistema economico-finanzario è la necessità di regolare fortemente il settore bancario e la riproduzione degli istituti “too big to fail”.

Programma verdi: la prospettiva sociale

Non si parla solo di ambiente, pur essendo il punto cardine dell’azione politica del gruppo. I verdi insistono sulla necessità di ridurre le disuguaglianze economiche e sociali ed esprimono il loro rifiuto verso le politiche di austerità degli ultimi 10 anni. Si chiede di garantire realmente il diritto alla salute in tutti gli Stati membri e di adottare politiche di reale inclusione e coesione sociale che andrebbero indirizzate sia a cittadini membri dell’Unione che non. Spicca la necessità manifestata dai Verdi, ovvero che ” L’Europa deve assumere un ruolo guida nell’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sia all’interno dell’UE che a livello mondiale”.

Diritti civili e femminismo in programma Verdi

Dopo economia e diritti sociali, il manifesto programmatico dei Verdi pone in risalto l’importanza di estendere i diritti civili e incoraggiare l’uguaglianza di genere. Su quest’ultimo punto, si pone al centro dell’attenzione il gender gap – ovvero la disparità salariale – e la differenza quantitativa tra uomini e donne in posti di rilievo (tanto nel pubblico come nel privato). Citiamo testualmente: “le quote di genere nei consigli di amministrazione delle grandi aziende e la parità nei comitati esecutivi delle istituzioni dell’UE contribuirebbero a rappresentare meglio le donne nei processi decisionali.”

I verdi e il futuro dell’Unione

Considerando che si parla di un eurogruppo e di elezioni europee, è impossibile non parlare del futuro dell’UE. Nel programma verdi optano per una riforma delle istituzioni, dimostrandosi scettici con l’attuale assetto comunitario ma mantenendosi all’interno dei progetti di stampo europeisti. Circa i metodi decisionali, affermano che “il requisito dell’unanimità dovrebbe in generale essere sostituito da una normale procedura legislativa e da una cooperazione rafforzata semplificata. Il Parlamento europeo deve avere il potere di avviare un iter legislativo e di utilizzare i diritti di codecisione e controllo in tutti i settori.” A chiudere il cerchio, la necessità di incrementare il budget a disposizione dell’UE e che questi “deve inoltre essere integrato da obbligazioni per finanziare progetti di interesse generale.”

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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