Stiria e Vienna al voto, analisi dei risultati

Pubblicato il 11 Ottobre 2010 alle 11:23 Autore: Enrico Peroni
elezioni anticipate voto anticipato

CONCLUSIONI
Ma in tutto questo si può parlare di trionfo dell’estrema destra? Probabilmente no. Si tratta di un successo sul livello degli anni Novanta, e se Strache governasse come è accaduto ad Haider rischierebbe di spezzare il partito (ancora diviso in molte correnti intestine, alcune piu’ liberali, altre piu nostalgiche, altre piu populiste moderne) e per di più soffrirebbe dei problemi che tutti i partiti di destra populista radicale hanno quando governano (esclusa la Lega, che però è avvantaggiata dalla riproduzione costante di una sua egemonia ideologica e da quella che molti hanno definito la politica dell’annuncio). Il problema sta nel riuscire a realizzare concretamente i programmi, tendenzialmente populistici, dando effettivi vantaggi alla popolazione indigena. Obiettivo critico, dal momento che politiche di immigrazione xenofobe, liberismo anti-tasse e riforme della pubblica amministrazione, cioè la triade di temi delle nuove destre populiste, sono più facili da annunciare che da mettere in pratica.

Quindi è significativo, molto significativo, che l’FPOE raggiunga a Vienna il proprio massimo risultato proprio allo stesso livello del 1996: il 27%. In sostanza oltre un certo livello non si va. Si possono raschiare voti ai socialisti e si può svuotare la cristianodemocrazia (al minimo storico assoluto nella capitale).

Ció che conta, inoltre, è che Vienna e Stiria rimangono in mani socialdemocratiche, con presidenti socialdemocratici e con una sconfitta molto piú contenuta di quanto facciano presagire i titoli di molti media italiani. Per di piu l’SPOE potrà vere anche il lusso di scegliersi l’alleato, sia in Stiria (dove l’FPOE è disponibile ad entrare al governo) sia a Vienna dove tanto i Verdi quanto l’OEVP sono aperti a un governo di coalizione con i socialdemocratici.

Per concludere, nulla di nuovo sotto il Sole delle Alpi (austriache). C’è da pensare che maggiori novità ci aspettino sotto il Sole dell’altro versante alpino, il nostro.