Ieoh Ming Pei è morto: chi era l’architetto della piramide del Louvre

Pubblicato il 17 Maggio 2019 alle 14:55 Autore: Daniele Sforza

L’architetto cinese Ieoh Ming Pei è morto all’età di 102 anni: tra i suoi lavori la piramide del Louvre. Ecco chi era in questo breve profilo biografico.

Ieoh Ming Pei è morto
Ieoh Ming Pei è morto: chi era l’architetto della piramide del Louvre

Alla veneranda età di 102 anni si è spento a New York il 16 maggio 2019 l’architetto cinese naturalizzato statunitense Ieoh Ming Pei, autore di progetti importanti dal punto di vista architettonico, tra cui si annoverano la Piramide del Louvre, la biblioteca presidenziale John Fitzgerald Kennedy, Palazzo Lombardia a Milano e il Museo d’Arte Islamica a Doha, in Qatar. A dare notizia della sua morte il figlio, anche lui architetto, Li Chung Pei, noto anche come Sandi.

Ieoh Ming Pei è morto: chi era l’architetto

Ieoh Ming Pei nasce a Canton, nella provincia di Guangdong in Cina, il 26 aprile 1917. Le radici familiari sono note, con il padre che lavora in banca, diventando in seguito il governatore della Banca centrale cinese, così come la residenza, patrimonio mondiale dell’Umanità, caratteristica per le sculture che lo adornano, per la dicotomia tra luci e ombre e per la commistione tra modernità architettonica e natura.

Ieoh Ming Pei, noto anche come I.M. Pei studia alla Saint John’s University di Shangai e al St. Paul’s College di Hong Kong, per poi laurearsi in Architettura al Massachussetts Institute of Technology all’età di 23 anni. Studente di spicco, si specializza alla Harvard Graduate School of Design, dove nel 1946 consegue il master in Architettura. Inizia a lavorare in un’azienda immobiliare (Webb and Knapp) ricoprendo il ruolo di Direttore dell’Architettura, ma, forte dei progetti realizzati negli USA, 7 anni dopo, nel 1955, fonda un suo studio, I. M. Pei & Partners, che nel 1989 divenne Pei Cobb Freed & Partners.

Nel 1954 fu naturalizzato staunitense, mentre tra le onorificenze ricevute spiccano un Premio Pritzker, noto anche come Pritzker Architecture Prize, nel 1983 e la Medaglia presidenziale della Libertà conferitagli dall’allora presidente George H. W. Bush nel 1992.

Chi era Ieoh Ming Pei: i lavori

Maestro dell’architettura modernista, anche grazie alle influenze di Walter Gropius, suo professore a Harvard, Ieoh Ming Pei collezionò molti progetti durante la sua carriera, respingendo anche gli scetticismi. È il caso della famosa piramide del Louvre, fortemente voluta dal presidente Mitterand e inaugurata nel marzo del 1989, ma che fece storcere un po’ il naso all’opinione pubblica e ad alcuni critici. In Italia il suo progetto più importante fu Palazzo Lombardia a Milano, attuale sede regionale.

Tra gli altri lavori, oltre a quelli citati in precedenza, spiccano Il Green Building al MIT, l’Ala delle Sculture al Des Moines Art Center in Iowa, il Terminal dei voli nazionali all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy a New York, la City Hall a Dallas, l’Edificio Orientale della National Gallery of Art di Washington, l’Università di Rochester, la Torre della Banca di Cina a Hong Kong e perfino l’appartamento newyorchese di Steve Jobs.

Le citazioni da ricordare

Pei ha quattro figli: 3 maschi, di cui 2 sono diventati architetti con due studi diversi, e 1 femmina. Ecco alcune delle sue citazioni più note, che danno anche un cenno di quello che per lui era l’architettura.

  • “L’architettura è lo specchio della vita. Devi solo guardare gli edifici con i tuoi occhi per sentire la presenza del passato, lo spirito del luogo; essi sono il riflesso della società”.
  • “Smetti di pensare alle opportunità mancate e inizia a cercarne di nuove”.
  • “L’architettura non è un atto individuale. Devi considerare il tuo cliente. Solo da questo puoi produrre una grande architettura. Non puoi lavorare in astratto”.
  • “Gli architetti contemporanei tendono a imporre la modernità su qualcosa. C’è una certa preoccupazione per la storia, ma non è molto profonda. Capisco che il tempo è cambiato e ci siamo evoluti. Ma non voglio dimenticare l’inizio. Un’architettura duratura deve avere radici”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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